Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

Per affrontare le conseguenze socioeconomiche delle attuali sfide, dobbiamo tornare a crescere e concentrarci sulla competitività dell’Europa e sul suo ruolo di attore globale.

La Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, in occasione della XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori.

Studi, ricerche e numeri 

 

Prometeia: economia meglio del previsto. II 2023 sarà in frenata, non in recessione 

Un anno turbolento ma nonostante questo l'economia italiana ha marciato meglio di quelle degli altri grandi Paesi europei. Dal Rapporto di fine anno di Prometeia emerge che il prodotto interno lordo sarà quest'anno del 3,9% , sostenuto da una domanda interna del 4,7%. "La crescita dell'economia italiana è stata superiore a quella tedesca e francese - ha commentato Lorenzo Forni, a capo di Prometeia. Per il futuro lo scenario è fragile perché si prevede un forte rallentamento dell'economia mondiale nel 2023 determinato anche dal rialzo dei tassi da parte delle Banche centrali, che però riusciranno a ridurre l'inflazione. L'Italia sarà coinvolta in questa stagnazione internazionale che non è recessione poiché non ci sarà un crollo dei consumi". Sempre nel Rapporto si riporta che "i rischi sono tanti ma l'economia italiana potrebbe uscire dalla crisi energetica tenendo il ritmo delle altre maggiori economie dell'area euro, dopo aver mostrato una resilienza perfino superiore nel post pandemia, come mai era avvenuto negli ultimi 25 anni. La sorpresa-Italia può continuare anche nel 2023". Qui per approfondire. 

 

Istat: i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese  

Il clima di fiducia delle imprese aumenta per il secondo mese consecutivo raggiungendo un livello comunque inferiore alla media del periodo gennaio-novembre 2022. L’aumento dell’indice è veicolato principalmente da giudizi e aspettative in miglioramento sia nel comparto dei servizi sia in quello delle costruzioni. Anche il clima di fiducia dei consumatori registra un incremento per il secondo mese consecutivo. L’aumento è dovuto soprattutto ad un’evoluzione positiva delle opinioni sulla situazione economica del paese (ivi comprese quelle sulla disoccupazione); le variabili riguardanti la situazione personale registrano un miglioramento più contenuto. Qui la Nota di Istat. 

Federmacchine: il 2022 molto positivo. Nel 2023 la crescita sarà più contenuta  

Nel 2022, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali ha registrato incrementi interessanti per gran parte degli indicatori economici. Sebbene il trend positivo proseguirà anche con il nuovo anno, il 2023 sarà meno brillante. Questo è, in sostanza, quanto emerge dalle rilevazioni appena effettuate dal Gruppo Statistiche di Federmacchine. Secondo queste rilevazioni nel 2022, il fatturato dell’industria italiana di settore è cresciuto a 54.106 milioni di euro, l’8,1% in più rispetto al 2021. Il risultato complessivo è stato determinato principalmente dall’andamento delle consegne sul mercato interno, cresciute a 19.733 milioni di euro, pari al 14,7% in più rispetto all’anno precedente; più contenuta è risultata la crescita dell’export che è salito, del 4,7%, a 34.373 milioni di euro. Il consumo italiano di macchinari, anche grazie ai provvedimenti di incentivo 4.0, è risultato particolarmente vivace: con una crescita del 17,9% ha raggiunto il valore di 31.688 milioni di euro, trainando non solo le consegne interne ma anche l’import, cresciuto, del 23,5%, a 11.955 milioni di euro. Nel 2023, proseguirà il trend positivo, sebbene la crescita avrà ritmo più contenuto, complice l’incertezza che interessa l’intero scenario internazionale. Qui per un approfondimento. 

Anpal: l’input di lavoro cresce del 2,7% in un anno  

È stata pubblicata la Nota sulle tendenze dell'occupazione, realizzata da Istat, Ministero del lavoro, Anpal, Inps e Inail, relativa al III trimestre. Sono 247mila gli occupati in più. Lieve diminuzione (-0,1%) della quantità complessiva di lavoro impiegata nel sistema produttivo italiano rispetto al trimestre precedente, misurata in unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula). Su base annuale, però, l’incremento è ancora importante (+2,7%). Gli occupati in più sono 247mila secondo Istat, mentre l’incremento delle posizioni lavorative è pari a 565mila. La nota raccoglie diverse fonti di dati, permettendo di analizzare il mercato del lavoro da ogni punto di vista. L’occupazione complessiva è pari a 23 milioni e 126mila persone sulla base della Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl) dell’Istat. Qui per approfondire.  

Istat: il carico fiscale e contributivo di individui e famiglie nel 2019 e 2020 

“Reddito e condizioni di vita”, con riferimento agli anni 2019 e 2020, sono stati oggetto di analisi dell’Istat che ha presentato i principali risultati. Le elaborazioni hanno prodotto le stime dei redditi lordi e permettono quindi di analizzare il costo del lavoro, il cuneo fiscale, il peso delle imposte sulle famiglie e sugli individui e gli effetti sulla diseguaglianza degli interventi fiscali e delle misure di sostegno al reddito. Nel 2020, con i redditi netti da lavoro dipendente in calo del 5%, il valore medio del costo del lavoro è pari a 31.797 euro, il 4,3% in meno dell’anno precedente. La retribuzione netta a disposizione del lavoratore è pari a 17.335 euro e costituisce poco più della metà del totale del costo del lavoro (54,5%). Il cuneo fiscale e contributivo, ossia la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, è in media pari a 14.600 euro e sebbene si riduca del 5,1% rispetto al 2019 continua a superare il 45% del costo del lavoro (45,5%). I contributi sociali dei datori di lavoro costituiscono la componente più elevata (24,9%), il restante 20,6% risulta a carico dei lavoratori: il 13,9%, sotto forma di imposte dirette e il 6,7% di contributi sociali. Qui la Nota dell’Istat. 

 

La Voce degli Stakeholder 

 

Congiuntura Confcommercio: il Pil in calo e l’inflazione al 12% rendono difficile la crescita nel 2023 

I segnali di rallentamento e di una possibile inversione del ciclo economico, dopo sette trimestri di forte recupero, continuano ad essere parzialmente attenuati da indicazioni meno negative provenienti dal mercato del lavoro e dalle aspettative delle famiglie e delle imprese. Le famiglie subiscono l’elevata inflazione in termini di minore potere d’acquisto: se gli interventi di sostegno da parte del governo neutralizzano in buona parte, specialmente per le fasce più deboli, la riduzione del valore reale dei redditi correnti, poco o nulla possono sulle perdite in conto capitale, cioè sulla ricchezza detenuta in forma liquida. Emergono, di conseguenza, comportamenti di acquisto e consumo più prudenti, soprattutto in relazione ai beni. A ottobre la produzione industriale ha mostrato una riduzione congiunturale dell’1,0% e dell’1,3% su base annua. Stando alle indicazioni degli imprenditori, il trend non dovrebbe modificarsi nel breve periodo. Nonostante i segnali di minore dinamicità dell’economia, il mercato del lavoro evidenzia, anche a ottobre, incoraggianti seppure moderati segnali di crescita (+0,4% del numero di occupati). Qui per approfondire. 

Confartigianato: ancora troppo alti i dati sull’abusivismo nei servizi alla persona 

“Il fenomeno preoccupante dell’abusivismo è rappresentato dal cosiddetto “mondo parallelo” di oltre 1 milione di indipendenti irregolari”. Questo emerge dalle analisi dei dati, effettuate dall’Ufficio studi di Confartigianato, relativi al comparto Servizi alla persona che evidenziano il maggiore ritardo nella ripresa post pandemia: negli ultimi dodici mesi a settembre 2022 il valore aggiunto nelle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, riparazione di beni per la casa e altri servizi rimane dell’11,7% inferiore al livello del 2019, con un calo cumulato di 1,8 miliardi di euro, mentre il totale economia segna un recupero dello 0,8%. In questo cluster dell’economia è più elevata la presenza di indipendenti irregolari, con una quota che arriva al 27,6%, di oltre undici punti più elevata rispetto al 16,0% dei Servizi. Qui per approfondire. 

Confindustria: cresce il rischio di stagnazione a fine 2022 

Secondo la Congiuntura flash di Confindustria per l’economia italiana e internazionale, stiamo assistendo alla frenata di fine anno. Aumenta il rischio di una stagnazione per l’economia italiana a causa dei nuovi aumenti del prezzo del gas e del caro-energia in generale. Le difficili trattative UE su un price cap, proposto a un livello ancora più alto, non aiutano. Preoccupa anche il balzo dei tassi di interesse. Nel mese di ottobre, infatti, il costo del credito per le imprese è aumentato del 3,14% per le PMI e del 2,19% per le grandi aziende. Questo aggravio di costi inciderà negativamente sugli investimenti. Anche la produzione industriale ha subito un secondo marcato calo in ottobre (-1,0%, dopo il -1,7% a settembre). Hanno tenuto solo i beni strumentali, mentre hanno ceduto gli altri settori. Qui per approfondire.  

 

Innovazione  

 

Nel 2022 finanziate 140 startup innovative 

Sono circa 140 le startup innovative finanziate nel 2022 grazie agli investimenti pari a 89 milioni fatti da Invitalia, che hanno portato alla creazione di circa 1400 nuovi posti di lavoro. Sono i numeri del 2022 di Smart&Start Italia, l’incentivo di Invitalia rivolto alle startup ad alto contenuto innovativo su tutto il territorio nazionale. Tra i settori più presenti, spiccano il cloud computing e l’e-commerce, con il 18% ciascuno dei progetti finanziati, seguiti da Life Sciences (13%) e Internet of Things (9%). Ben rappresentati anche Materiali innovativi, Automazione industriale, Agroalimentare, Ambiente ed energia. Il 22% delle startup finanziate nell’ultimo anno proviene dalla Lombardia, seguita da Campania e Abruzzo (11% ciascuno), poi da Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna e Sicilia. Qui per approfondire. 

 

Gender equity

  

Gender gap: crescono le donne manager ma servono politiche inclusive  

Da un’indagine realizzata con il supporto tecnico di JobPricing, dall’Osservatorio Manageriale di Manageritalia sulla parità di genere emerge che le donne manager sono in continuo aumento, +13,5% nel 2021. Il sondaggio è stato condotto su un panel di 803 lavoratori dipendenti che ricoprono ruoli manageriali in aziende di varie dimensioni. I dati ci riportano la presenza di manager più consapevoli e responsabili nella lotta alla discriminazione di genere. Ma, nonostante i progressi compiuti nelle economie occidentali, l’obiettivo di una cultura inclusiva e di una piena partecipazione economica e politica delle donne rimane ancora lontano. Eppure, numerosi studi dimostrano come una maggiore inclusività coincide sempre con un miglioramento immediato delle perfomance in tutti i settori dell’economia, arrivando a incrementi di redditività del 28%, secondo le stime di EIGE (Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere). Lo dimostrano anche i dati. Infatti, l’aumento del 5,4% dei dirigenti privati nel 2021 (elaborazioni Manageritalia su dati Inps) è dovuto a una crescita del 13,5% delle donne e del 3,6% degli uomini. Si conferma quindi la forte e nota rincorsa verso la parità delle donne dirigenti, cresciute del 77% dal 2008 al 2021 e oggi pari al 20,5% del totale (19,1% nel 2020). Qui per approfondire.  

Gender Policies Report 2022: lo stato dell’arte rispetto all’Europa 

 Il 19 dicembre scorso è stato presentato il “Gender Policies Report 2022 - Intercettare il cambiamento e investire nella parità: nuove policy, vecchie e nuove sfide” organizzato dall’Inapp. Il Rapporto che si pone l'obiettivo di indagare le implicazioni di genere, nel mondo del lavoro, propone l’analisi di alcune politiche e interventi orientati a contribuire, in un’ottica di efficienza, efficacia ed equità, a superare i ritardi del Paese, rispetto al contesto europeo, e gli storici squilibri che segnano la partecipazione di donne e uomini al lavoro. Secondo quanto riportato nel Report, l’attuale scenario di crisi globale pone una serie di nuovi ostacoli da affrontare e determina un quadro in cui le disparità di genere si moltiplicano, talvolta in relazione a fattori strutturali già noti, in altri casi a causa di nuove e insidiose sfide per la parità di genere. Qui per approfondire.  

 

Enti locali 

 

Riparto fondi per gli enti locali: la Nota del Viminale 

In tema di trasferimenti agli enti locali il Ministero dell’Interno, in una Nota pubblicata il 21 dicembre scorso, comunica i dati provvisori relativi ai riparti di risorse a favore degli enti locali. Tali risorse integrano le minori entrate da addizionale comunale IRPEF e rata IMU; costituiscono il contributo straordinario ai comuni, province e città metropolitane per garantire la continuità dei servizi erogati in relazione alla spesa per utenze di energia elettrica; compongono, per il 2020 e 2021 il fondo destinato alla concessione di agevolazioni per la promozione dell’economia locale nei territori di comuni con popolazione fino 20.000 abitanti.   Qui la Nota del Ministero dell’Interno.