Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

Monitoraggio PNRR: servirebbe maggiore trasparenza 

Se ci fossero più informazioni relative alle aree di intervento del PNRR anche il dibattito intorno al Piano ne gioverebbe. La riflessione di Leonzio Rizzo parte dai toni del confronto politico di questi giorni intorno al Piano di ripresa e resilienza, difficilmente comprensibile dall’opinione pubblica. La realizzazione del Piano è in ritardo rispetto a che cosa? Quali sono gli interventi più in affanno? E di chi sarebbe la responsabilità? Il problema è che l’informazione ufficiale sullo stato di avanzamento del Piano è, come più volte denunciato, per molti aspetti incompleta e poco trasparente, il che rende tutta la partita del Pnrr difficilmente valutabile. Prima di tutto andrebbe monitorato il raggiungimento dei milestone e dei target semestrali da cui dipende l’erogazione delle rispettive rate. Poi bisognerebbe capire in quali aree di intervento si concentrano le maggiorie criticità e quindi i ritardi. Qui per un approfondimento. 

 

Prometeia: economia meglio del previsto. II 2023 sarà in frenata, non in recessione 

Un anno turbolento ma nonostante questo l'economia italiana ha marciato meglio di quelle degli altri grandi Paesi europei. Dal Rapporto di fine anno di Prometeia emerge che il prodotto interno lordo sarà quest'anno del 3,9% , sostenuto da una domanda interna del 4,7%. "La crescita dell'economia italiana è stata superiore a quella tedesca e francese - ha commentato Lorenzo Forni, a capo di Prometeia. Per il futuro lo scenario è fragile perché si prevede un forte rallentamento dell'economia mondiale nel 2023 determinato anche dal rialzo dei tassi da parte delle Banche centrali, che però riusciranno a ridurre l'inflazione. L'Italia sarà coinvolta in questa stagnazione internazionale che non è recessione poiché non ci sarà un crollo dei consumi". Sempre nel Rapporto si riporta che "i rischi sono tanti ma l'economia italiana potrebbe uscire dalla crisi energetica tenendo il ritmo delle altre maggiori economie dell'area euro, dopo aver mostrato una resilienza perfino superiore nel post pandemia, come mai era avvenuto negli ultimi 25 anni. La sorpresa-Italia può continuare anche nel 2023". Qui per approfondire.  

 

Ucimu: il trend positivo del 2022 proseguirà anche nel 2023 

Incrementi a doppia cifra per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione che chiude il 2022 con numeri molto positivi per quasi tutti i principali indicatori economici. Anche nel 2023 si prospetta molto favorevole, sebbene con tassi di crescita più contenuti. Questo è emerso dai dati divulgati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu. Secondo l’analisi nel 2022, la produzione si è attestata a 7.255 milioni di euro, segnando un incremento del 14,6% rispetto all’anno precedente. Il risultato è stato determinato dall’ottimo andamento delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno cresciute, del 27%, a 3.980 milioni di euro, e dal positivo riscontro delle esportazioni che si sono attestate a 3.275 milioni di euro, il 2,5% in più rispetto all’anno precedente. La domanda italiana di macchine utensili, robot e automazione è risultata – anche nel 2022, così come era accaduto l’anno precedente, decisamente vivace. Qui per approfondire.  

 

Road map: il focus di Confindustria sullo smart working 

Lo smart working sta prendendo piede nelle aziende manifatturiere. Se nel 2019 un’azienda associata in Confindustria su 10 aveva introdotto forme di smart working, nel 2020 si è toccata quota 66,8% (praticamente due imprese su tre), coinvolgendo quasi il 40% dei dipendenti. Più di un terzo del campione allora intervistato (2021) ha dichiarato che avrebbe mantenuto la modalità di lavoro agile. E le cose sono andate esattamente così, come emerge da un nuovo focus del Centro Studi di Confindustria. Oggi il 20,3% delle aziende associate a Confindustria, cioè una su cinque, ha continuato a utilizzare il lavoro da remoto, o ha dichiaro che lo farà nei prossimi mesi, in linea con le innovazioni contenute nel protocollo siglato dalle parti sociali nel dicembre 2021, e implementato da una prima operazione di semplificazione procedurale avviata dal ministero del Lavoro (invio digitale, e massivo, degli accordi individuali). Qui per un approfondimento. 

 

Centro Studi Tagliacarne: più di un’impresa manifatturiera su 5 investirà nella transizione ecologica entro il 2024 

Più di un’impresa su 5 investirà nella transizione ecologica entro il 2024. A spingere sempre di più le aziende su questa strada è la volontà di trovare risposte sostenibili ai rincari energetici per arginare le crescenti difficoltà. Nel contesto attuale investire in sostenibilità permetterebbe alle aziende di recuperare una buona parte del terreno perso perché le scelte ecologiche si traducono in un aumento della produttività pari almeno all’8%. Un incremento che arriva al 17% quando alla transizione ecologica si affiancano anche investimenti in digitale e risorse umane. Qui per saperne di più.

 

Confindustria: cresce il rischio di stagnazione a fine 2022 

Secondo la Congiuntura flash di Confindustria per l’economia italiana e internazionale, stiamo assistendo alla frenata di fine anno. Aumenta il rischio di una stagnazione per l’economia italiana a causa dei nuovi aumenti del prezzo del gas e del caro-energia in generale. Le difficili trattative UE su un price cap, proposto a un livello ancora più alto, non aiutano. Preoccupa anche il balzo dei tassi di interesse. Nel mese di ottobre, infatti, il costo del credito per le imprese è aumentato del 3,14% per le PMI e del 2,19% per le grandi aziende. Questo aggravio di costi inciderà negativamente sugli investimenti. Anche la produzione industriale ha subito un secondo marcato calo in ottobre (-1,0%, dopo il -1,7% a settembre). Hanno tenuto solo i beni strumentali, mentre hanno ceduto gli altri settori. Qui per approfondire.  

 

Misery Index Confcommercio: in aumento sul mese precedente 

Il MIC di ottobre 2022 si è attestato su un valore stimato di 17,6, in aumento di tre decimi di punto sul mese precedente. In linea con quanto registrato nell’ultimo anno l’incremento è attribuibile alla dinamica dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, che ad ottobre hanno registrato una variazione, su base annua, dell’8,9% a fronte dell’8,4% di settembre. Dinamiche che sono state solo in parte mitigate, in termini di disagio sociale, dai miglioramenti registrati sul versante dell’occupazione. A ottobre 2022 il mercato del lavoro ha mostrato ulteriori progressi. Il numero di occupati è cresciuto per il secondo mese consecutivo (+82mila unità su settembre). Il numero di persone in cerca di lavoro ha registrato una contenuta riduzione (-8mila unità in termini congiunturali). Queste dinamiche hanno comportato una contenuta riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale (7,8%). A questa evoluzione si è associata, una riduzione degli inattivi (-62mila unità su settembre). Qui per approfondire. 

 

Nel 2022 finanziate 140 startup innovative 

Sono circa 140 le startup innovative finanziate nel 2022 grazie agli investimenti pari a 89 milioni fatti da Invitalia, che hanno portato alla creazione di circa 1400 nuovi posti di lavoro. Sono i numeri del 2022 di Smart&Start Italia, l’incentivo di Invitalia rivolto alle startup ad alto contenuto innovativo su tutto il territorio nazionale. Tra i settori più presenti, spiccano il cloud computing e l’e-commerce, con il 18% ciascuno dei progetti finanziati, seguiti da Life Sciences (13%) e Internet of Things (9%). Ben rappresentati anche Materiali innovativi, Automazione industriale, Agroalimentare, Ambiente ed energia. Il 22% delle startup finanziate nell’ultimo anno proviene dalla Lombardia, seguita da Campania e Abruzzo (11% ciascuno), poi da Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna e Sicilia. Qui per approfondire  

 

Anitec-Assinform: il 2022 lascia un segno importante sul mercato digitale 

Il mercato del digitale si conferma anche nel 2022 un segmento dell’economia italiana molto dinamico. Il comparto chiuderà l’anno ancora in crescita (+2,1%) e l’attuale scenario competitivo, normativo e politico potrebbe dare vita a un nuovo ciclo positivo per il settore. È quanto emerge dalla pubblicazione Anitec-Assinform sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube. Nei primi sei mesi del 2022, il mercato digitale ha fatto registrare un valore di 37.163 milioni di euro, con una crescita del 3% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Ad avere la crescita percentuale più sostenuta sono stati i settori dei Servizi ICT (+7,2%), spinti soprattutto dal mercato Cloud (+25,5%), e dei Contenuti e pubblicità digitale (+7,1%). Le dinamiche economiche generali della seconda metà del 2022, influenzate da una flessione dei consumi delle famiglie e da un rallentamento del PIL, porteranno il mercato digitale a crescere a fine anno del 2,1%, per un valore complessivo di 76.836 milioni di euro. Qui per un approfondimento. 

 

Gender Policies Report 2022: lo stato dell’arte rispetto all’Europa 

 Il 19 dicembre scorso è stato presentato il “Gender Policies Report 2022 - Intercettare il cambiamento e investire nella parità: nuove policy, vecchie e nuove sfide” organizzato dall’Inapp. Il Rapporto che si pone l'obiettivo di indagare le implicazioni di genere, nel mondo del lavoro, propone l’analisi di alcune politiche e interventi orientati a contribuire, in un’ottica di efficienza, efficacia ed equità, a superare i ritardi del Paese, rispetto al contesto europeo, e gli storici squilibri che segnano la partecipazione di donne e uomini al lavoro. Secondo quanto riportato nel Report, l’attuale scenario di crisi globale pone una serie di nuovi ostacoli da affrontare e determina un quadro in cui le disparità di genere si moltiplicano, talvolta in relazione a fattori strutturali già noti, in altri casi a causa di nuove e insidiose sfide per la parità di genere. Qui per approfondire.  

 

Gender pay-gap: raggiunto un accordo su misure vincolanti di trasparenza salariale  

Le imprese dell'UE saranno tenute a divulgare informazioni sugli stipendi per esporre le attuali disparità retributive di genere. Secondo l'accordo raggiunto dai negoziatori del Parlamento europeo e dei paesi dell'UE, le aziende dell'UE saranno tenute a divulgare informazioni che rendono più facile confrontare i salari per coloro che lavorano per lo stesso datore di lavoro ed esporre l'attuale divario retributivo di genere. Le strutture retributive per confrontare i livelli retributivi dovrebbero essere basate su criteri neutri per genere e includere sistemi di valutazione e classificazione delle mansioni neutri per genere. Gli avvisi di posti vacanti e i titoli di lavoro dovranno essere neutri in base al genere e i processi di assunzione condotti in modo non discriminatorio. Se la rendicontazione delle retribuzioni mostra un divario retributivo di genere di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno condurre una valutazione salariale congiunta in collaborazione con i loro rappresentanti dei lavoratori. Gli Stati membri dovranno mettere in atto sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, come le multe, per i datori di lavoro che violano le regole. Per la prima volta, la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie sono stati inclusi nel campo di applicazione delle nuove regole. Qui per approfondire 

 

Online il nuovo portale dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente 

Il nuovo portale ANPR oltre a permettere ai cittadini di accedere direttamente ai servizi anagrafici in maniera sicura e più agile e veloce, produrrà effetti positivi concreti anche per quanto riguarda l’assetto organizzativo dei comuni, i quali, con il crescente utilizzo dei servizi online, vedranno ridursi il numero delle richieste ad oggi gestite direttamente dal loro personale, che potrà quindi essere destinato ad altri settori amministrativi per potenziarne l’efficienza. Il nuovo approccio punta a offrire ai cittadini un sistema di ricerca dinamica per agevolare la fruizione dei contenuti, migliorare la navigazione e promuovere una comunicazione di facile comprensione, attraverso un linguaggio semplice e diretto. Qui e qui per approfondire. 

 

Prevenzione dell’usura: dal MEF oltre 33 milioni di euro in garanzie statali 

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo a disposizione 33,68 milioni di euro da erogare attraverso il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura - istituito presso il Dipartimento del Tesoro dalla legge 108 del 1996 e operativo dal 1998 - con cui vengono concesse, attraverso Confidi, Associazioni e Fondazioni, garanzie statali per facilitare l’accesso al credito a imprese e cittadini a rischio usura. Il Fondo come ogni anno viene rifinanziato con i proventi delle sanzioni amministrative per le violazioni della normativa antiriciclaggio e valutaria. Le risorse andranno a famiglie e imprese grazie al supporto di Confidi, Consorzi e Associazioni e Fondazioni impegnate nella lotta all’usura. Qui per approfondire.