Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

L’importanza dell’educazione finanziaria 

Conoscere e comprendere i concetti e i rischi finanziari, rientra, secondo l'OCSE nella definizione di educazione finanziaria. Possedere conoscenze economiche e finanziarie permette di compiere scelte personali più consapevoli, presupposto per favorire lo sviluppo di una società più inclusiva e meno diseguale. Su questo ambito anche la ricerca accademica negli ultimi anni ha sottolineato l’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria. Naturalmente si parla di “alfabetizzazione”, appunto, non di trasformare tutti in esperti. Imparare i concetti fondamentali quali il tasso di interesse, essenziale per le scelte di risparmio e di indebitamento; l’inflazione, alla base della distinzione tra il valore nominale di una somma di denaro e il suo potere d’acquisto (che è ciò che realmente interessa); la diversificazione del rischio, concetto essenziale per preservare e possibilmente far crescere il patrimonio finanziario e reale. L’alfabetizzazione finanziaria è diventata recentemente un campo di studio riconosciuto anche nel sistema di classificazione del Journal of Economic Literature. Qui per approfondire. 

 

Cuneo fiscale: rimodularlo può accorciare le disuguaglianze?  

Nel dibattito economico la questione del cuneo fiscale sta assumendo un peso importante e ogni giorno si alternano proposte di azioni per tentare di dare delle risposte sul tema delle disuguaglianze e del salario minimo. Dopo mesi di discussioni, le varie forze politiche nel Parlamento europeo sono arrivate a un primo accordo sull’emanazione di una direttiva europea per un salario minimo adeguato. L’obiettivo è largamente condiviso, ma le difficoltà per la sua realizzazione sono oggettive. Diminuire il carico fiscale sui redditi più bassi eviterebbe la rincorsa prezzi-salari? Qui per approfondire.  
 

Le prospettive per l’economia italiana 2022-2023: le stime dell’Istat 

Nel report “Le prospettive per l’economia italiana 2022-2023” l’Istat rileva nei primi mesi del 2022, che l’inflazione ha accelerato trainata dagli effetti dei rincari del petrolio, del gas naturale e delle materie prime agricole che hanno avuto impatto nelle diverse fasi del sistema dei prezzi. Le prospettive per i prossimi mesi sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali ulteriori incrementi dei prezzi, una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse. Il report aggiunge che anche le aspettative di famiglie e imprese potrebbero subire un significativo peggioramento. La stima del Governo nel Def di aprile era per quest’anno di un Pil a +3,1%. Qui il Comunicato stampa dell’Istat. 

 

EY: in forte rialzo gli investimenti diretti in Italia  

Nel 2021 sono stati annunciati 207 progetti di investimenti diretti esteri in Italia, con una crescita dell'83% su base annua. Questo dato conferma un trend positivo come destinazione di iniziative di investimento da parte di imprese estere. Questo risultato segna una crescita annua superiore rispetto a quello registrato in tutti gli altri Paesi europei. Nonostante il dato positivo - in aumento rispetto al 2020 - l'Italia si posiziona ancora a distanza dai principali attrattori di investimenti diretti in Europa, ovvero Francia (21%), Regno Unito (17%) e Germania (14%). Questi, in sintesi, i dati contenuti nell’EY Europe Attractiveness Survey 2022, ricerca annuale che analizza l’andamento degli investimenti diretti esteri in Europa e le percezioni. Qui per approfondire.

 

“Il divario Nord-Sud: sviluppo economico e intervento pubblico", il Rapporto di Banca d’Italia 

"La gravità del ritardo nello sviluppo del Mezzogiorno d’Italia e della questione meridionale, rallenta l’intera crescita dell’economia nazionale". Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco alla presentazione del rapporto "Il divario Nord-Sud: sviluppo economico e intervento pubblico" ribadisce quanto il Piano Ue rappresenta una grande opportunità per aggredire divari e fattori di ritardo. Nel decennio che ha preceduto la pandemia, il peso economico del Mezzogiorno si è ulteriormente ridotto. Il divario con il Centro Nord in termini di tassi di occupazione e di prodotto pro capite è tornato ad ampliarsi; i livelli di produttività sono rimasti ampiamente inferiori a quelli del resto del Paese. "Esistono delle possibilità concrete per colmare, almeno in parte, questo divario – ha sottolineato Visco - il Pnrr offre la possibilità per aggredire i fattori del ritardo dell’economia e rafforzare la coesione territoriale. Qui la Nota di Banca d’Italia. 

 

Forum Pa: i risultati della ricerca sul lavoro pubblico 

La domanda di lavoro sta rapidamente cambiando, facendo diminuire la propensione al posto fisso e facendo crescere invece quella verso un lavoro motivante, sfidante e che permette una crescita professionale costante. Emerge anche questo dato dall’annuale ricerca di Forum Pa sul lavoro pubblico, presentata in apertura del Forum PA 2022. In Italia ci sono 3,2 milioni di dipendenti pubblici, età media 50 anni, con competenze spesso disallineate rispetto alle esigenze. Per questo è necessario costruire una PA che sappia lavorare per progetti per gestire le risorse senza precedenti in arrivo tra PNRR e politica di coesione, circa 484 miliardi di euro. Un focus della ricerca quest’anno è dedicato proprio alle assunzioni per il PNRR, finora più di 15mila. Per una PA efficiente si punta ad arrivare al 2028 con 4 milioni di dipendenti pubblici con età media di 44 anni. Qui per approfondire. 

 

Confindustria: l’industria resiste nonostante l’inflazione a livelli record 

Lo scenario si presenta complesso e di difficile interpretazione viste le numerose incertezze in tantissimi ambiti di attività dovute ad una situazione geopolitica internazionale del tutto straordinaria con una pandemia ancora in corso e con il conflitto russo-ucraino che va avanti da più di 4 mesi. L’andamento del PIL italiano nel 2° trimestre 2022 è molto incerto, sintesi di dinamiche contrastanti: nel complesso, appare molto debole. La fiducia delle imprese manifatturiere è in costante diminuzione da novembre e a questo si affianca un progressivo deterioramento degli ordini. L’indice PMI continua a scendere (51,9 a maggio, da 54,5), e la congiuntura segnala un calo di attività e domanda. La produzione, invece, fino ad aprile sembra reggere, andando molto sopra le attese (dopo il -0,6% nel 1° trimestre). Ma quanto può durare questa resilienza produttiva delle imprese industriali italiane?  Qui per approfondire.  

 

Congiuntura Confcommercio: prospettive per l’economia italiana  

L’economia italiana post Covid sembra reggere l’urto della crisi internazionale e, dopo un primo trimestre 2022 positivo, contro ogni previsione chiude anche il secondo con una crescita stimata di mezzo punto percentuale. Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio le motivazioni potrebbero essere legate alla efficace cooperazione tra settore privato e pubblico e quindi è asupicabile che si prosegua su questa strada intrapresa. Nonostante questo a Giugno il Pil risulta in calo dello 0,3% ma i consumi sono in crescita del 3,4%. Per tornare ai livelli pre-covid bisognerà aspettare la fine del 2023.  Qui per approfondire. 

 

Maturità digitale dei comuni capoluogo: l’indagine di Forum PA 

Il livello di digitalizzazione dei comuni italiani cresce facendo diminuire le differenze legate ad appartenenza geografica e dimensioni. Lo rivela l’“Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo” realizzata da FPA e presentata in occasione del FORUM PA 2022. L’indagine analizza il grado di maturità digitale dei 110 comuni italiani capoluogo, aumentato con la pandemia e spinto dalle risorse del PNRR. Sono 41 le città che nel 2022 hanno raggiunto un livello “buono” di maturità digitale, ben 25 in più rispetto alle 16 dello scorso anno. Di queste, 10 ottengono il punteggio più elevato in tutti e tre gli ambiti analizzati (Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Lodi, Milano, Modena, Padova, Pisa e Roma Capitale), evidenziando un interessante mix dimensionale e geografico.  Qui un approfondimento. 

 

Le quote di genere sono efficaci? 

Quali effetti ha avuto l’introduzione delle quote di genere sulla composizione dei board, sulla performance delle imprese, sui rendimenti dei mercati finanziari? In Italia osserviamo gli stessi effetti che si hanno in altri paesi? Negli ultimi anni sono state svolte numerose ricerche con l’obiettivo di rispondere a queste domande. La normativa italiana e di altri Paesi europei ed extraeuropei hanno introdotto o stanno introducendo regole di gender balance negli organi apicali delle imprese più importanti per l’economia, fra cui le società quotate nei mercati regolamentati. Dove applicate, tali quote sono state efficaci nell’aumentare la partecipazione delle donne nei board delle società quotate, ma spesso l’impatto positivo non genera effetti “a cascata”, senza quindi un aumento proporzionale anche in altri ruoli manageriali affidati alle donne. Qui per approfondire. 

 

Parità di genere: l’Italia al 14esimo posto in Europa 

L'Europa resta lontanissima e il nostro Paese continua a restare indietro sul fronte parità di genere. Non solo siamo al 14esimo posto in Europa con 4,4 punti sotto la media ma in Italia anche la presenza nei Board di Amministratrici delegate è scesa di un punto. Lo rivela il sondaggio Freeda che ha intervistato donne tra i 24 e i 34 anni sul tema della conciliazione tra maternità e lavoro, per indagare le criticità legate al genere. Il campione coinvolto dall’indagine ritiene, al 77%, che la società contemporanea ponga le donne di fronte a una scelta tra carriera e famiglia. Inoltre, il 64% delle intervistate pensa che avere figli in età giovanile sia un limite per carriera e guadagno, il 63% che avere figli sia un ostacolo in generale per il proprio sviluppo professionale e il 59% ha paura di comunicare una gravidanza ai propri superiori. L’indagine ha riguardato anche Regno Unito, Spagna e America Latina. Qui per approfondire. 

 

Dal Fondo di solidarietà oltre 6,7 miliardi ai Comuni. Il dpcm in G.U. 

Il 6 giugno è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n.130  il dpcm del 3 giugno che fissa i criteri per la formazione e il riparto del FSC pari a 6,7 miliardi. Ai fini del riparto il fondo è suddiviso in due macro quote: la prima a carico dello Stato, serve a compensare il mancato gettito Imu, mentre la seconda, alimentata dagli stessi comuni, viene distribuito in base al criterio perequativo basato sul differenziale tra capacità fiscale e fabbisogni standard. Qui e qui per approfondire. 

 

I criteri di formazione e riparto per l’anno 2022 del Fondo di Solidarietà Comunale

È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 6 giugno 2022, il Dpcm. 3 maggio 2022 “Criteri di formazione e di riparto del ‘Fondo di solidarietà comunale 2022’”, che riporta le misure di modifica dei criteri di ripartizione del “Fondo di solidarietà comunale” per l’assegnazione di risorse aggiuntive, e delle tempistiche di assegnazione delle quote del Fondo stesso. Qui e qui per un approfondimento. 

 

Mef: a maggio il fabbisogno del settore statale ammonta a 11,7mld 

Nel mese di maggio 2022 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 11.700 milioni, con un miglioramento di circa 3.600 milioni rispetto al corrispondente valore di maggio 2021. Nel confronto con il corrispondente mese del 2021, il miglioramento del saldo è dovuto in larga misura all’andamento positivo degli incassi fiscali legato all’aumento dei versamenti dell’IVA, dei contributi e delle altre imposte indirette che hanno più che compensato il calo delle accise sugli olii minerali. Qui il Comunicato stampa del Mef. 

 

Mef: nei contenziosi tributari prevale l’uso di funzionalità digitali 

Lo rileva il Rapporto del Dipartimento delle Finanze sul contenzioso tributario nel trimestre gennaio-marzo 2022. Nel primo trimestre 2022 si è consolidato l’utilizzo delle funzionalità digitali per l’attività giurisdizionale: oltre il 40% delle udienze programmate si sono svolte a distanza e circa il 72% delle sentenze depositate sono state redatte digitalmente.  

Da segnalare la costante riduzione delle pendenze che, al 31 marzo, si attestano a poco meno di 262 mila unità. I ricorsi pervenuti nel primo trimestre registrano un aumento tendenziale del 55%, mentre le definizioni sono diminuite dell’11%. Prosegue la discesa delle controversie pendenti che, alla data del 31 marzo 2022, si attestano a 261.704 fascicoli, con una diminuzione tendenziale di circa il 17 % su base annua. Qui il Comunicato stampa del Mef.