Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

La semplificazione è una missione possibile. Capitale umano, semplificazione e digitalizzazione sono i tre elementi che portano alla soluzione dei problemi dell’efficienza. La rivoluzione è in corso e deve rivolgersi a tutti.  

Lo ha detto il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, durante il suo intervento alla Presentazione della Relazione CNEL 2021.  

Il Dibattito delle Idee 

 

Lotta all'evasione e tutela della privacy: un compromesso possibile? 

L’evasione fiscale resta per l’Italia la questione centrale nella relazione tra finanza pubblica e sistema economico con un occhio alla tutela dei dati dei contribuenti. Ma come si coniugano queste tre componenti? L’occasione per una riflessione sul tema si ripropone ogni anno quando i dipartimenti competenti pubblicano i dati delle dichiarazioni Irpef. Per la riforma del fisco sarà fondamentale la capacità dell’amministrazione di incrociare le banche dati (fiscali e finanziarie) al fine di individuare i possibili evasori. In questo contesto, caratterizzato da una forte digitalizzazione dei servizi pubblici e da un rinnovato impegno del Fisco nella lotta all'evasione fiscale, sarà necessario individuare un punto di compromesso, tra l'esigenza di ottimizzare i processi di individuazione dei soggetti ad alto rischio di frodi fiscali, e la necessità di continuare a tutelare la privacy dei contribuenti. Qui per un approfondimento.  

Capitale umano e digitale: come procurare vantaggi dai dati aziendali con le nuove tecnologie 

La digitalizzazione è un fattore chiave per la crescita della produttività nelle economie moderne. Eppure, la sua diffusione disuguale tra le imprese ha aumentato la dispersione della produttività, contribuendo al rallentamento dello sviluppo economico e all’incremento delle disuguaglianze salariali. Anche quando sono presenti, gli investimenti in digitale nelle aziende italiane producono bassi rendimenti. Molto dipende dalla qualità del capitale umano di lavoratori e manager. E ciò influenza anche l’efficacia degli incentivi pubblici. L’uso strategico dei dati consente lo sfruttamento delle informazioni come capitale aziendale, da usare senza dimenticare l’importanza del capitale umano: serve equilibrio nelle imprese per sviluppare entrambi i fronti e valorizzarne il potenziale. Qui per approfondire.  

 

Studi, ricerche e numeri 

 

OCSE: il tasso di occupazione sale al 68,7% nel quarto trimestre del 2021 

ll tasso di occupazione nella zona Ocse è cresciuto al 68,7% nel quarto trimestre 2021 contro il 68,2% del terzo trimestre. In particolare, il tasso di occupazione nella zona euro è aumentato di 0,4 punti e raggiunge il 68,8%. L'Italia si conferma sotto la media Ocse, ma sopra i livelli pre-crisi con un tasso complessivo del 59,4%, in miglioramento dal 58,8% del terzo trimestre e superiore al 59% registrato del quarto trimestre 2019, con un totale di 22,16 milioni di occupati. Lo comunica l’Ocse, evidenziando che il tasso di partecipazione alla forza lavoro (la quota della popolazione in età lavorativa che è occupata o disoccupata) è leggermente aumentato al 72,8%, avvicinandosi nuovamente al livello registrato nel quarto trimestre del 2019, poiché l'aumento dell'occupazione si è riflesso in corrispondenti diminuzioni disoccupazione. Il tasso di occupazione dell'Ocse è aumentato in tutti i gruppi. Ha continuato ad aumentare per le donne al 61,5% e per gli uomini al 76,0% nel quarto trimestre del 2021 e in tutte le fasce d'età. Qui per approfondire. 

Corte Conti: il Covid ha fatto impennare la spesa sanitaria delle Regioni a 136 miliardi 

A causa della pandemia, la spesa sanitaria dell'intero comparto delle Regioni passa dai 122,1 miliardi di euro del 2018 ai 136,7 del 2020. È quanto emerge dalla “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni/Province autonome” approvata dalla Sezione autonomie della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile ha esaminato i rendiconti finanziari 2018-2020 contenuti nella banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP), evidenziando la tenuta complessiva delle Regioni all’impatto pandemico. La situazione 2020 della finanza regionale va inquadrata nell'eccezionalità del quadro pandemico e dei suoi riflessi sui bilanci degli enti, afferma la Corte dei Conti, con riduzione di alcune entrate e maggiori esigenze di spesa. I diversi interventi statali hanno compensato gli effetti negativi connessi alla perdita di gettito ed al sostegno alla spesa sanitaria. Quelle a statuto ordinario, rileva la Corte, registrano un lieve incremento delle entrate correnti per i maggiori trasferimenti statali nel 2020. Qui per un approfondimento.  

Banca d’Italia: nuovo record per il debito pubblico, a febbraio aumentato di 22,4 miliardi 

Secondo i dati resi noti dalla Banca d'Italia, nel mese di febbraio il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 22,4 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.736,6 miliardi. "L’aumento - spiega la Banca d’Italia - è dovuto principalmente all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 21,1 miliardi mentre quello delle amministrazioni locali di 1,3 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Alla fine di febbraio la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 25,5% (0,1 punti percentuali in più rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito è rimasta stabile rispetto a gennaio, a 7,6 anni. A febbraio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 35,9 miliardi, in aumento del 23,2% (6,8 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2021. Nel primo bimestre dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 75,7 miliardi, in aumento del 15,1% (9,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Qui la Nota di Banca d’Italia. 

FMI: in ribasso le stime per l’Italia, +2,3% Pil 2022, +1,7% in 2023 

Il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita 2022 e 2023 per l'Italia. Dopo il +6,6% del 2021, il Pil italiano è previsto in crescita quest'anno del 2,3%, ovvero l’1,5% in meno rispetto alle previsioni di gennaio (-1,9% su ottobre 2021). Per il 2023 la crescita è attesa all'1,7%, lo 0,5% in meno (+0,1% su ottobre). E il rallentamento della crescita è previsto continuare con il Pil che salirà dello 0,5% nel 2027. L'Italia e la Germania sono i due paesi dell'area euro che hanno subito le maggiori revisioni al ribasso in seguito alla "maggiore dipendenza" dall'energia russa. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica globale e, in maniera più marcata, dell'Italia. Sul 2023, secondo le cifre aggiornate nel World Economic Outlook, il Fmi prevede un più 1,7%. Qui per approfondire. 

ABI: aumentano i prestiti a famiglie ed imprese, +2,6% a marzo su base annua 

A marzo 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa. A febbraio 2022, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dell'1,2% su base annua. L'aumento è del 3,8% per i prestiti alle famiglie. È quanto emerge dal Rapporto mensile Abi "Economia e Mercati Finanziari-Creditizi" di aprile. Nello stesso periodo i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento, rileva l'Abi, si mantengono su livelli particolarmente bassi, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,14% (stesso valore nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l'1,19% (1,09% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l'1,60% (1,49% il mese precedente, 5,72% a fine 2007). Qui per approfondire.  

Bes-Istat: aumentano i divari, in aumento le famiglie con difficoltà economiche +30,6% 

Il 2021 segna un ulteriore incremento della quota di famiglie che dichiarano il peggioramento della propria situazione economica rispetto all'anno precedente: dal 29,0% del 2020 si arriva al 30,6% nel 2021, quasi cinque punti percentuali in più rispetto al 2019 (25,8%). È quanto emerge dal rapporto Bes 2021 'Il benessere equo e sostenibile in Italia' diffuso dall'Istat. L'aumento si riscontra in tutte e tre le distribuzioni geografiche, tuttavia nel Centro e, soprattutto, nel Nord l'incremento più elevato si attesta nel primo anno di pandemia, mentre nel Mezzogiorno soprattutto nel secondo anno. È raddoppiata la percentuale di adolescenti insoddisfatti. "Si tratta di circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico”, sottolinea l’Istat. Inoltre, la pandemia si è tradotta per lo più in arretramenti nel benessere della popolazione femminile, nei livelli di benessere mentale e di occupazione, soprattutto per le madri con figli piccoli. Infine, anche l'occupazione culturale e creativa è stata colpita dalla pandemia già nel 2020 e non mostra segni di ripresa nel 2021, secondo il rapporto Bes dell'Istat. Alla fine del secondo anno di crisi pandemica gli occupati del settore sono 55mila in meno, con una perdita relativa del -6,7% tra il 2019 e il 2021, più che doppia rispetto alla contrazione del complesso degli occupati (-2,4%). Qui la Nota dell’Istat.  

Osservatorio Findomestic, inflazione e recessione preoccupano gli italiani 

Quasi 9 italiani su 10 percepiscono una crescita dei prezzi e solo il 27% delle famiglie (livello più basso degli ultimi due anni) ritiene che questo sia un buon momento per fare acquisti importanti. Più della guerra (51%) preoccupano inflazione e recessione (71% del totale delle risposte). Lo rende noto l’Osservatorio Findomestic di aprile, realizzato in collaborazione con Eumetra, che rileva come rispetto al mese di marzo, le intenzioni di acquisto sono tornate a crescere in tutti i segmenti tranne nel settore delle auto usate. Qui per un approfondimento.  

Istat: cresce l'export, +22,7% a febbraio, vola l'import 

L'Istat stima a febbraio una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+5,4%) che per le esportazioni (+1,6%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso entrambe le aree, Ue (+1,3%) ed extra Ue (+2%). Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022, rispetto al precedente, l’export cresce del 5,8%, l’import del 13,6%. Sempre a febbraio, l’export cresce su base annua del 22,7%, con un forte aumento delle vendite sia verso l’area Ue (+24%) sia verso i mercati extra Ue (+21,1%). L’import registra un incremento tendenziale più marcato (+44,9%), che coinvolge sia l’area Ue (+28,3%) sia, in misura molto più ampia, l’area extra Ue (+69,6%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+24,4%), sostanze e prodotti chimici (+34,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+23,1%) e prodotti petroliferi raffinati (+98,5%). Il disavanzo commerciale è pari a 1.662 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 4.750 milioni dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico (-7.263 milioni) è molto più ampio rispetto a un anno prima (-2.213 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce a 5.600 milioni, da 6.964 milioni di febbraio 2021. Qui la Nota dell’Istat. 

Barometro CRIF: incentivi 4.0, in prima fila 80mila imprese 

Nel primo trimestre 2022 diminuisce il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane, che fanno segnare un -8,1% rispetto al corrispondente periodo 2021. La tendenza negativa riguarda sia le società di capitali, che hanno fatto registrare un meno 5,5%, sia le imprese individuali, per le quali la flessione è stata del -13,1%. Lo afferma uno studio del CRIF la società specializzata nell’elaborazione di informazioni creditizie, che ha elaborato un “Pnrr-index” sulla base di informazioni anagrafiche, di bilancio e di performance relative a 5.187.697 imprese attive sul territorio italiano e tracciate nel database Cribis. Entrando nel dettaglio, il 53,8% delle richieste totali proviene dal settore della produzione, seguito dal commercio al dettaglio (con il 18,8%) e dal commercio all’ingrosso (con il 15,2%). Per avere una visione più chiara delle PMI che in Italia potranno essere oggetto di attività in ottica PNRR, CRIF ha analizzato circa 5,2 milioni di imprese attive, presenti nel proprio ecosistema di dati, e ha sviluppando una suite di indicatori “PNRR-Index” di nuova generazione in grado di valutare l’eleggibilità delle imprese per i singoli investimenti.  Dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF emerge anche che l’importo medio nel primo trimestre dell’anno è in crescita del +2,0% e si attesta a 114.323 euro. Su oltre 4,8 milioni di imprese complessivamente eleggibili, sono 81.187 quelle che presentano caratteristiche fortemente in linea con i dettami PNRR a fronte di circa 444.000 che, al contrario, non presentano i requisiti minimi di eleggibilità. Qui per approfondire. 

Relazione CNEL 2021 al Parlamento e al Governo:  "Criticità storiche della PA dipendono da mancanza competenze" 

Se sulla salute, l’ambiente e la digitalizzazione dei servizi pubblici nazionali l’Italia ha recuperato tanto rispetto al 2019, restano ancora molte criticità sui servizi pubblici locali. Il 54% dei Comuni delle regioni a statuto ordinario, ad esempio, possiede livelli di servizi sociali al di sotto degli obiettivi prefissati dai nuovi provvedimenti, molti dei quali sono Comuni di piccole dimensioni (meno di 5.000 abitanti) e nelle zone del Sud. Anche sui servizi digitali gli enti locali presentano delle difficoltà. Malgrado gli sforzi per fronteggiare la pandemia puntando sulla digitalizzazione, solo nel 28% degli enti il livello di operatività è massimo. Questi sono alcuni dei risultati della “Relazione 2021 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini”, curata dal CNEL e alla quale anche SOSE ha contribuito con un capitolo dedicato al lavoro svolto nel corso degli ultimi due anni nel comparto della finanza comunale per l’aggiornamento dei fabbisogni standard e la definizione degli obiettivi di servizio per il settore sociale e gli asili nido degli enti locali delle regioni a statuto ordinario. Nel suo complesso la Relazione, articolata in 4 capitoli,  fotografa la situazione dei servizi pubblici italiani ed è redatta con il contributo di 38 istituzioni e 98 relatori. Qui per approfondire.

 

La Voce degli Stakeholder 

 

Confcommercio: cala il Pil, -1,1% nel trimestre, ad aprile -0,5% 

La Congiuntura Confcommercio di aprile rende noto che nel secondo trimestre del 2022 il Pil registra un -0,5% mensile mentre l’inflazione cresce del +6,3% su base annua. Nella filiera turistica, prosegue la nota, i consumi restano ancora al di sotto dei livelli pre-crisi. Il secondo trimestre del 2022 si è aperto all’insegna degli interrogativi sulla profondità e sulla durata che potrà assumere l’attuale fase di rallentamento dell’economia, afferma Confcommercio, inoltre, il conflitto in Ucraina ha acuito una serie di impulsi negativi preesistenti e le tensioni inflazionistiche non possono più definirsi transitorie. Nel confronto con marzo 2021, l’ICC registra una variazione del +4,8%, frutto di una crescita del 44,8% per i servizi e di un calo del 3,9% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019, però, la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore dell’11,8%, con i citati servizi legati al turismo che pagano una distanza percentuale rispetto ai livelli pre-crisi di oltre il 30%. Qui per approfondire.  

Confartigianato, per i rincari energetici extra costo di 6,2 miliardi di euro per le imprese 

Secondo una nota del Centro Studi di Confartigianato, in Italia crescono i casi di lockdown energetico a causa dell’aumento dei costi per le imprese dovuti all’impennata delle materie prime che scarseggiano sempre di più. Solo a febbraio 2022, prosegue la nota, la domanda di gas delle imprese manifatturiere risulta del 9,3% inferiore a quella di un anno prima e nel mese di marzo si registra un -10,3% sempre su base annua. L’aumento dei prezzi dell’elettricità determina per le micro e piccole imprese italiane un extra costo per l’energia elettrica di 6,2 miliardi di euro rispetto alla media dei competitor tedeschi e francesi. In prima linea sono coinvolti i settori con un più intenso uso dell’energia, quelli interessati dalle mancate importazioni di materie prime dal teatro di guerra, dal caro-gasolio e dalle sanzioni sui prodotti di lusso. In generale il problema riguarda quasi un milione di imprese (946 mila unità) con cinque milioni 353 mila addetti, il 30,7% dell’occupazione dell’intero sistema imprenditoriale italiano, più della metà di (57,3%) occupati in micro e piccole imprese. Qui per un approfondimento.  

Unimpresa: 40 miliardi Pnrr a rischio, con guerra costi appalti schizzati 

La realizzazione delle opere previste dal PNRR è a rischio, a causa del rincaro delle materie prime, che peserà anche sulla crescita economica italiana, riducendola rispetto alle più rosee prospettive di qualche mese fa. Lo afferma Unimpresa in uno studio che tiene conto dei fattori più recenti legati all'inflazione, al rincaro dell'energia ed alla crisi in Ucraina. Per l'associazione rappresentativa delle PMI la guerra corre il rischio di compromettere il completo utilizzo dei fondi europei stanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza: la principale minaccia è rappresentata dal rialzo dei prezzi, in particolare quelli delle materie prime comprate all’estero, che ha fatto crescere il costo degli appalti per alcuni cantieri di opere pubbliche previste nei progetti del Pnrr. Questa situazione rappresenta una rilevante area di rischio in particolare per i 40 miliardi di euro del PNRR stanziati per il 2022, di cui 20 miliardi sono appena stati erogati dalla Commissione europea. Qui per un approfondimento. 

Assoturismo-Confesercenti: a Pasqua, boccata d’ossigeno per il turismo culturale nelle città d’arte italiane 

Per le festività pasquali nelle città e nei centri d’arte italiani le prenotazioni hanno superato il 76% della disponibilità delle strutture ricettive. E il 36% delle richieste arriva da turisti stranieri, grandi assenti negli ultimi due anni. Sono questi i risultati dell’indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti. I dati di CST e Assoturismo forniscono una fotografia finalmente in ripresa, dopo un primo trimestre deludente. Nel periodo Pasquale si sono registrati oltre 1,1 milioni i pernottamenti nelle località del turismo culturale, di cui 700 mila di connazionali e circa 400 mila di turisti stranieri. Nel complesso, considerando tutte le località di interesse turistico del nostro Paese, tra Giovedì Santo e il lunedì di Pasquetta il sistema ricettivo italiano ha registrato complessivamente 4,7 milioni di pernottamenti. Qui per approfondire.  

Confartigianato: guerra in Ucraina ed inflazione producono effetti dirompenti sui bilanci di famiglie e imprese 

Un prolungamento del conflitto nel cuore dell’Europa espone l’economia italiana al rischio di una stagflazione, con ricadute rilevanti sul sistema delle imprese, già impegnato in una delicata transizione post-pandemia. Le ripercussioni della guerra sulla crisi energetica iniziata lo scorso anno stanno sortendo effetti dirompenti sui bilanci di famiglie e imprese. È l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato che evidenzia come, a gennaio 2022, le importazioni di energia (totale ultimi dodici mesi) salgono di 35,7 miliardi di euro (+121%) su base annua, di cui l’87%, pari a 31,1 miliardi, è dovuto all’aumento dei prezzi e solo il restante 13% (4,7 miliardi di euro) da aumento dei volumi acquistati. Inoltre, a marzo 2022 l’inflazione accelera per il nono mese consecutivo, raggiungendo il 6,5%. Qui per approfondire.  

Confcommercio: allarme usura, oltre 273mila imprese a rischio 

Quasi il 12% degli imprenditori percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021. Il dato è più accentuato nelle grandi città (16,2%), al Sud (16,6%), per le imprese del commercio al dettaglio alimentare (15,1%) e per gli alberghi (20%). La percezione maggiore tra i fenomeni criminali in maggior aumento riguarda l'usura (27%). La tendenza è più marcata nelle grandi città e al Sud, dove l'usura è indicata in aumento dal 30% delle imprese. Seguono, poi, l'abusivismo (22%), racket (21%) e furti (21%). Il 27% degli imprenditori ritiene, infatti, che non solo il fenomeno sia cresciuto rispetto allo scorso anno, ma che sia aumentato anche il rischio usura tra le imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività. Il Mezzogiorno, le grandi città e il comparto del commercio non alimentare, in particolare, risultano le aree più colpite. È la fotografia scattata da Confcommercio nell'indagine su "Usura e fenomeni illegali” diffusa in occasione della nona edizione di 'Legalità ci piace'. Qui la Nota di Confcommercio. 

 

Innovazione  

 

Pnrr: Ministero del Lavoro, nasce 3-I, prima software house pubblica 

Il Ministero del Lavoro annuncia la nascita "della prima software house pubblica a servizio del welfare", prevista dal Decreto-legge per le misure urgenti di attuazione del Pnrr. La società 3-I Spa, a capitale interamente pubblico, spiega una nota, "si occuperà di attività di sviluppo, conduzione e gestione di soluzioni software e di servizi informatici in favore dell'Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS), dell'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e delle altre pubbliche amministrazioni centrali". Per il Ministro del Lavoro Orlando "è un passo avanti per la transizione digitale della PA e una gestione più efficiente dei dati". Qui per approfondire. 

Green economy: è l’hi-tech la chiave per i nuovi modelli di business sostenibili 

Secondo l’89% dei dirigenti d’azienda italiani l’incremento dello sviluppo tecnologico permetterà alle imprese di essere più sostenibili. Sono i risultati di un’indagine di Google Cloud secondo cui il 44% dei vertici aziendali afferma che la tecnologia consentirà lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi che utilizzano metodi più sostenibili e uno su tre la ritiene strumento chiave per la misurazione dell’impatto delle iniziative adottate. Il “climate change”, afferma la ricerca, si sta sempre più traducendo in fenomeni climatici estremi. Questo aspetto, insieme alle complessità relative alla gestione di supply chain sostenibili e alla riduzione delle emissioni, sottolinea l’importanza di un’azione tempestiva da parte di imprese e dirigenti per invertire la rotta. Dalla ricerca emerge come le iniziative Esg rappresentino la priorità organizzativa per i professionisti a livello globale al pari dell’evoluzione o dell’adeguamento dei modelli di business. Con una spesa per la sostenibilità vicina al 10% del budget aziendale, i dirigenti a livello globale sono disposti a valutare modalità di crescita sostenibili per il Pianeta, anche se questo si traducesse in una perdita di ricavi nel prossimo futuro. Qui per un approfondimento. 

Digital Health: in ribasso gli investimenti in startup. Europa in flessione 

Gli investimenti globali nelle startup del digital health sono diminuiti del 36% nel primo trimestre del 2022 rispetto al quarto trimestre del 2021. Con 7,2 miliardi di dollari messi in campo dagli investitori in 329 operazioni, gli Stati Uniti restano il primo paese al mondo per finanziamenti alle società che sviluppano tecnologie per il settore medico e farmaceutico, ma con un calo trimestrale del 37%; in Europa sono stati investiti 946 milioni in 120 deal e la flessione trimestrale è più contenuta (-19%). È quanto rivela il report “State of digital health”, primo trimestre 2022, di Cb Insights. Nel 2021 in Europa sono stati investiti 6,7 miliardi di dollari nelle società della salute digitale e la maggior parte degli investimenti continua a sostenere, anche nel primo trimestre 2022, lo sviluppo early-stage delle società tecnologiche della salute (76% di tutte le operazioni). Qui per approfondire. 

MISE: al via network nazionale di Poli di trasferimento tecnologico  

Realizzare in Italia una rete di centri altamente specializzati in trasferimento tecnologico e digitalizzazione che, integrati a livello europeo, puntino a sviluppare processi e modelli produttivi avanzati per le filiere industriali, tramite l’erogazione di servizi innovativi e la diffusione di competenze 4.0 ad almeno 4.500 piccole e medie imprese. È quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che attiva i primi 33,5 milioni di euro di investimenti previsti dal PNRR, nell’ambito del quale sono stati destinati complessivamente 350 milioni di euro per il rafforzamento dei Competence Center esistenti e la nascita di altri 42 centri di trasferimento di tecnologia. Per l’attuazione dell’investimento sono in corso due distinte linee di attività: la prima riguarda il rifinanziamento dei Competence Center, per cui il Ministero pubblicherà a breve il bando, mentre la seconda è relativa al cofinanziamento della rete europea degli European Digital Innovation Hubs (EDIH). Al Mise nascerà una cabina di regia con funzioni di indirizzo sui vari interventi e ogni polo dovrà individuare un soggetto attuatore che sarà il referente unico nei confronti del dicastero. Per ogni progetto valutato positivamente dalla Ue saranno siglate due convenzioni, la prima stipulata tra il polo e la Commissione europea, che finanzierà il 50% delle spese ammissibili, e la seconda con il Mise, che finanzierà il restante 50%. Qui la Nota del Mise. 

 

Enti locali 

 

PNRR: 500 milioni per la migrazione al cloud dei Comuni 

Prosegue il percorso verso Italia digitale 2026. I 7.904 Comuni italiani possono candidarsi su PA digitale 2026 e richiedere contributi per la migrazione dei propri servizi al cloud. Cinquecento milioni di euro per aiutare i Comuni a rendere più efficienti i servizi digitali, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e messi a disposizione del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del consiglio dei ministri (Missione 1 Componente 1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, investimento 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud). Il 40% delle risorse è destinato ai Comuni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). L’obiettivo dell’avviso “Abilitazione al cloud per le PA locali” è sostenere la migrazione verso soluzioni cloud qualificate per garantire servizi affidabili e sicuri, in coerenza con quanto definito all’interno della Strategia Cloud Italia. Qui per un approfondimento. 

MISE-Ministero per il Sud e la Coesione territoriale: assegnati due miliardi per avviare subito Contratti di sviluppo 

Sono 636 i progetti presentati al Ministero dello Sviluppo Economico, che attendono di essere finanziati attraverso i Contratti di sviluppo. Si rivolge a loro la decisione di anticipare 2 miliardi di euro dalla programmazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, adottata dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS), su proposta del ministro per il Sud e la Coesione territoriale. Le proposte presentate, infatti, sono rimaste in sospeso a causa dell’esaurimento delle risorse finanziarie precedentemente stanziate. Trattandosi di investimenti strategici e rivolti all’attuazione delle politiche industriali nazionali, i ministri Mara Carfagna e Giancarlo Giorgetti hanno concordato sull’opportunità di accelerare l’avvio dei relativi Contratti di sviluppo, attraverso l’anticipazione di disponibilità che sarebbero comunque confluite nel Piano di Sviluppo e Coesione 2021-2027 del MISE. L’assegnazione dovrà rispettare il criterio di suddivisione previsto per il FSC, che vede l’80% delle risorse riservato alle regioni meridionali. Al Sud saranno destinati quindi 1,6 miliardi di euro per attivare i relativi Contratti di sviluppo. La decisione assunta consentirà di avviare in tempi rapidi una quota consistente dei progetti in sospeso: un miliardo di euro dovrà infatti essere assegnato entro 12 mesi dalla pubblicazione della delibera CIPESS e il miliardo rimanente entro i 6 mesi successivi. Qui la Nota del Ministero per il Sud e la coesione territoriale. 

 

Mondo MEF 

 

Mef: superano i 240 miliardi le richieste al Fondo di Garanzia per le Pmi 

Salgono a oltre 240 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le Pmi. È quanto emerge dai risultati della rilevazione effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte ministero dell’Economia e delle Finanze, ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana (Abi), Mediocredito Centrale e Sace. Attraverso Garanzia Italia di SACE i volumi dei prestiti garantiti si attestano ad oltre 34 miliardi di euro, su 5.078 operazioni richieste ricevute. Di questi circa 9,9 miliardi di euro riguardano sedici operazioni garantite attraverso la procedura ordinaria prevista dal Decreto Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5.000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro. Qui il Comunicato stampa del Mef.