Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

Nel nostro Paese è necessario aprire una stagione di riformismo competitivo, fare le riforme che il Paese aspetta da anni, riforme necessarie al Paese

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto all’Assemblea Generale di Unindustria. 

 

Il Dibattito delle Idee 

 

Come e cosa sarebbe stato se ci fosse stata un Agenzia europea del debito? 

Creare degli asset di salvataggio nel caso di necessità per assorbire il debito europeo riducendone le dimensioni: questo avrebbe fatto un’Agenzia europea del debito se fosse già operativa. Con il debito a livelli record, le priorità a livello europeo sono due: assicurare lo spazio fiscale ai paesi dell’Unione monetaria europea e garantire una politica fiscale più proattiva per continuare ad essere sostenibile anche nel momento in cui la politica monetaria tornerà alla normalità. 

In un nuovo Discussion Paper del Centre of Economic Policy Research - CEPR, cinque tra docenti e ricercatori dell’Area Economica, Massimo Amato, Everardo Belloni, Carlo Favero, Lucio Gobbi e Francesco Saraceno, propongono una valutazione quantitativa basata sulla simulazione dell’impatto sui prezzi e sulle quantità del debito pubblico nell’area dell’euro, che sarebbe potuta derivare dall’istituzione nel 2002 di un’Agenzia Europea del Debito (Eda). Qui e qui per approfondire.  

 

Studi, ricerche e numeri 

 

Istat: impennata dei prezzi alla produzione a marzo +4% 

A marzo 2022 i prezzi alla produzione dell'industria italiana sono aumentati del 4% su base mensile (rispetto al +0,4% del mese precedente) e del 36,9% su base annua (rispetto al +32,7% del mese precedente). Lo comunica l'Istat, sottolineando che "si rafforza la crescita congiunturale dei prezzi alla produzione dell’industria per effetto di rialzi diffusi e più marcati per energia e beni intermedi". Su base annua, dopo il lieve rallentamento registrato il mese precedente, i prezzi tornano ad accelerare, spinti soprattutto dalle dinamiche di energia e beni intermedi. Sul mercato interno i prezzi aumentano del 4,7% rispetto a febbraio 2022 e del 46,5% in termini tendenziali. Al netto del comparto energetico, la crescita dei prezzi è di larga misura inferiore su base sia congiunturale (+2,1%) sia tendenziale (+13,2%). Sul mercato estero, i prezzi crescono su base mensile dell’1,7% (+1,6% area euro, +1,8% area non euro) e registrano un incremento su base annua del 12,2% (+12,8% area euro, +11,8% area non euro). Nel primo trimestre 2022, rispetto al trimestre precedente, i prezzi alla produzione dell’industria crescono del 12,7%, con una dinamica molto più sostenuta sul mercato interno (+15,8%) rispetto al mercato estero (+3,5%). 

Cerved Industry Forecast: guerra e materie prime frenano la ripresa 

Il nuovo quadro geopolitico rallenta le prospettive di ripresa dei settori, nonostante il superamento dello stato di emergenza e l’impatto positivo del PNRR. Rispetto allo scenario pre-guerra, nel prossimo biennio la crescita dei ricavi potrebbe ridursi di 4 punti nello scenario base (da 5,4% a 1,4% vs 2019) e di 5,2 punti nello scenario pessimistico (da 5,4% a 0,2% vs 2019). Tra i settori più esposti turismo, voli e ristorazione, già pesantemente colpiti dalla pandemia. È questa la fotografia scattata dal Cerved Industry Forecast sulla situazione economica dell’Italia. Le conseguenze del conflitto in Ucraina si stanno riflettendo sulla nostra economia attraverso una serie di effetti diretti e indiretti. L’impatto delle restrizioni sull’import (grano, olio di semi, cuoio, fertilizzanti) e sull’export (abbigliamento, calzature, arredo casa) dei settori più esposti verso le aree in guerra è accompagnato da problemi di approvvigionamento di alcuni input produttivi e dai rincari delle materie prime amplificati dallo shock sui mercati del gas e dei combustibili fossili. In base alle nuove previsioni del Cerved, nel 2022 il tasso di crescita dei ricavi in termini reali potrebbe decelerare al 3,2%  per poi attestarsi al 2,2% nel 2023, con un recupero dei livelli pre-Covid posticipato soltanto al termine del 2023 (+1,4% rispetto al 2019) e di entità inferiore rispetto alle previsioni pre-guerra (-4 p.p.). Qui per un approfondimento. 

Fitch Ratings: la crescita più debole dell'Italia nel 2022 compensa il miglioramento del punto di partenza fiscale 

Le prospettive economiche dell'Italia per il 2022 sono peggiorate in modo significativo, principalmente a causa delle ricadute dell'invasione russa dell'Ucraina. Lo afferma Fitch Ratings, sottolineando che il PIL 2021 e i risultati fiscali più forti del previsto hanno migliorato la posizione di partenza, ma la guerra ha comunque aumentato l'incertezza sulla traiettoria del debito pubblico a medio termine. Nel DEF, il documento di economia e finanza del 7 aprile sono state aggiornate le previsioni di crescita del PIL reale al 3,1% nel 2022 e al 2,4% nel 2023, dopo il 6,6% nel 2021. Si tratta di una crescita inferiore a quella prevista. Secondo la ricerca, diventerà più difficile resistere alle richieste di spesa con l'avvicinarsi delle elezioni parlamentari nella prima metà del 2023. "La pressione per aumentare i sussidi energetici e/o rinnovare alcune misure temporanee aumenterà, mentre la spesa per la difesa inizierà ad aumentare gradualmente per soddisfare l'impegno del governo di aumentare al 2% del PIL entro il 2028", si legge nell'analisi. Qui per un approfondimento. 

Istat: inflazione, ad aprile rallenta il passo ma rimane al top del 1991 

Rallenta l’inflazione in Italia ad aprile ma rimane comunque ai massimi dal 1991 a causa dei prezzi dei beni energetici (regolamentati e non) che confermano una crescita molto sostenuta su base annua. Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +6,5% del mese precedente). Il rallentamento dell'inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +42,4%) ed è imputabile sia ai prezzi degli energetici regolamentati (da +94,6% a +71,4%) sia a quelli degli energetici non regolamentati (da +36,4% a +31,7%). Per il 'carrello della spesa', ovvero per i prodotti alimentari e per la cura della casa e della persona che rientrano nella spesa quotidiana delle famiglie, l'inflazione ha accelerato ad aprile al 6%, un punto in più rispetto al 5% di marzo. Qui la Nota dell’Istat. 

Eurostat: triplicati gli scambi extra-UE di materie prime dal 2002  

Nel 2021 il valore del commercio totale (import più esportazioni) di materie prime tra l’UE e il resto del mondo ha raggiunto i 178 miliardi di euro. Poiché le esportazioni (71,3 miliardi di euro) sono state inferiori alle importazioni (106,8 miliardi di euro), ciò ha comportato un disavanzo commerciale di 35,5 miliardi di euro. Lo comunica l’Eurostat, sottolineando come tra il 2002 e il 2021, il commercio di materie prime dell'UE è quasi triplicato, con una crescita media annua del 5,6%. In questo periodo le esportazioni (6,5%) sono cresciute più velocemente delle importazioni (5,0%). Durante la crisi finanziaria del 2009, le importazioni di materie prime sono diminuite di 26,1 miliardi di euro, mentre le materie prime più comunemente esportate sono state metalli, minerali e gomma (39%), seguite da legno, carta e tessuti (33%) e materie prime animali e vegetali (28%). Nelle importazioni, metalli, minerali e gomma (56%) sono state anche le materie prime più scambiate, seguite da materie prime animali e vegetali (30%) e da legno, carta e tessili (14%). Qui per approfondire. 

Istat: Pil in calo dello 0,2% nel primo trimestre, +5,8% su base tendenziale 

Dopo quattro trimestri di continua crescita, nel 1° trimestre del 2022 il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto del 5,8% in termini tendenziali. Lo stima l'Istat aggiungendo che il primo trimestre del 2022 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2021. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, di una riduzione in quello dei servizi e di una stazionarietà nell'industria. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La crescita acquisita per il 2022 è pari a +2,2%. L'Istat spiega che l'economia italiana, dopo quattro trimestri di crescita sostenuta, registra nel primo trimestre del 2022 una lieve flessione dell'attività. In termini tendenziali, la crescita è ancora risultata molto sostenuta, di poco inferiore al 6%. Qui la Nota dell’Istat. 

Istat: commercio estero, in aumento a marzo export extra UE 

A marzo l’export verso i paesi extra Ue si conferma in aumento su base mensile, trainato in particolare dalle vendite di beni di consumo non durevoli e strumentali. Nella media del primo trimestre dell’anno, la dinamica congiunturale è ampiamente positiva. Gli acquisti di prodotti energetici, soprattutto da Russia e paesi OPEC, contribuiscono per 36 punti percentuali al marcato aumento tendenziale delle importazioni italiane dai paesi extra Ue. Il deficit energetico si amplia notevolmente ma il saldo nell’interscambio di prodotti non energetici è ampiamente positivo e in contenuto aumento rispetto a un anno prima. Lo comunica l'Istat sottolineando che su base annua, la crescita dell’export accelera ulteriormente (+22,1%, era +21,1% a febbraio) ed è spiegata per oltre un terzo dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli. Qui la Nota dell’Istat. 

 EY: Ceo Outlook, dirigenti aziendali devono affrontare nuovi inattesi ostacoli nel 2022 

La situazione geopolitica mondiale sta creando nuovi sconvolgimenti nella business strategy delle aziende già duramente colpite dalla pandemia. In questo scenario il ruolo dei dirigenti aziendali diventa particolarmente delicato in quanto si trovano a dover affrontare nuovi inattesi ostacoli e rischi alla crescita e allo sviluppo delle proprie imprese. Per questo in molti casi i Ceo stanno ridisegnando la propria strategia aziendale, puntando decisamente su alcuni fattori. In particolare, sostenibilità, fusioni e acquisizioni sono ritenuti centrali per accelerare le nuove strategie di crescita in ottica Esg e aumentare il contenuto tecnologico delle aziende. Sono queste alcune delle indicazioni che emergono dall'EY Ceo Outlook Survey, uno studio realizzato su oltre 2.000 Ceo di aziende (di cui 70 in Italia), di 46 Paesi e 13 diverse industries. Il 44% degli intervistati si aspetta che le loro aziende perseguano acquisizioni nei prossimi mesi, in aumento rispetto al 35% dell’inizio del 2021, anche se è opportuno evidenziare che circa i tre quarti dei Ceo intervistati hanno affermato che preferiscono concentrare gli investimenti sul mercato domestico o sulle regioni immediatamente circostanti. Qui per un approfondimento.  

Istat: ad aprile cala la fiducia dei consumatori ma sale quella delle imprese 

Ad aprile 2022 l’Istat stima una diminuzione dell'indice del clima di fiducia dei consumatori che passa da 100,8 a 100,0, il valore più basso da novembre 2020. Contrariamente, l'indice composito del clima di fiducia delle imprese aumenta lievemente passando da 105,3 a 105,5. Tutte le componenti dell'indice di fiducia dei consumatori sono in calo, ad eccezione del clima futuro (da 93,5 a 98,9). Per le imprese nell'industria manifatturiera l'indice di fiducia rimane sostanzialmente stabile (da 110,1 a 110,0) e nel comparto delle costruzioni aumenta ancora (da 160,1 a 160,6). Anche nel commercio al dettaglio la fiducia migliora con l'indice che sale 100,1 a 103,4 mentre nei servizi di mercato si registra un peggioramento con l'indice che scende da 98,9 a 97,0. L’Istat, infine, registra un aumento della quota di imprese che segnala ostacoli all'attività produttiva (dal 46,5% al 53,3%). Tra i principali fattori che condizionano l'attività, prevale "Altri motivi" (passa dal 19,1% al 25,6%) seguita dall'insufficienza di impianti e/o materiali (indice cresciuto dal 17,4% al 22,7%). Qui la Nota dell’Istat. 

Istat: il fatturato industriale cresce, è ai massimi dal 2000 

A febbraio l’Istat stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 2,8% in termini congiunturali, con un andamento positivo su entrambi i mercati (+2,5% quello interno e +3,6% quello estero). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 20,9%, con incrementi del 21,4% sul mercato interno e del 20,2% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2021. A febbraio prosegue la crescita congiunturale del fatturato dell'industria, i cui livelli raggiungono il valore massimo dall'inizio della serie storica (gennaio 2000). Anche in termini tendenziali, l'incremento del fatturato è marcato; la crescita, tuttavia, risulta molto più contenuta considerando l'indicatore misurato in termini di volume. Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a febbraio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per tutti i principali settori: energia; beni di consumo; beni intermedi e beni strumentali. Qui la Nota dell’Istat. 

Eurostat: tasso di occupazione nell'UE nel 2021 al di sopra del livello pre-COVID  

Nel 2021, la quota di occupati nella popolazione dell'UE era del 73,1%, corrispondente a 189,7 milioni di persone. Il mercato del lavoro ha risentito delle restrizioni legate alla pandemia nel 2020, registrando una diminuzione del tasso di occupazione dell’1% rispetto al 2019 (72,7% nell'ultimo anno), per poi riprendersi nel 2021 con un aumento dello 0,4% rispetto al 2019. Lo rende noto l’Eurostat, evidenziando che tra gli Stati membri dell'UE, il tasso di occupazione è stato superiore al 78% (uno dei tre obiettivi fissati nel piano d'azione 2030 del pilastro europeo dei diritti sociali) in otto Stati membri dell'UE. I Paesi Bassi (81,7%), la Svezia (80,7%) e la Cechia (80,0%) hanno registrato i tassi di occupazione più elevati, con almeno 8 persone su 10 di età compresa tra 20 e 64 anni occupate nel 2021. Allo stesso tempo, meno del 70% della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni lavorava in Croazia (68,2%), Spagna (67,7%), Romania (67,1%), Italia (62,7%) e Grecia (62,6%). Qui l’approfondimento di Eurostat. 

 

La Voce degli Stakeholder 

 

Confindustria: Pil, lo scenario si deteriora con la guerra in Ucraina, prospettive cupe 

La guerra frena l’Europa, in particolare l’Italia. Lo scenario italiano è in peggioramento a causa del rincaro dell’energia e di altre materie prime e gli interventi pubblici sono ancora insufficienti. Per l’industria peggiorano tutti gli indicatori, i servizi sono in stallo, l’export è atteso debole. Nell’Eurozona pesano incertezza e sfiducia e i tassi di interesse a lunga sono in rialzo. Lo rende noto il Centro Studi di Confindustria nella Congiuntura Flash di aprile. Secondo l’analisi, “il PIL nel 1° trimestre 2022 si riduce e allunga un'ombra sul 2°: l'andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe". Inoltre, il rialzo dei tassi "è un problema" perché "farà crescere gradualmente la spesa per interessi", e quindi "l'Italia avrà meno spazi di bilancio per mettere in campo una nuova manovra espansiva". Qui per un approfondimento.  

Unioncamere: competenze green per 3,5 milioni di assunzioni. Nel 2021 sono tornati a crescere gli investimenti sostenibili delle imprese 

L’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale si conferma come un requisito di base per entrare nel mercato del lavoro: nel 2021 le imprese hanno richiesto al 76,3% delle assunzioni programmate, pari a oltre 3,5 milioni di posizioni, competenze green, e nel 37,9% dei casi con un grado di importanza per la professione elevato. Il 2021, infatti, ha registrato il recupero degli investimenti delle imprese nella Green Economy: il 24,3% delle aziende dell’industria e dei servizi ha investito in tecnologie e prodotti green (+3 punti percentuali rispetto al 2019) e il 52,5% ha investito in competenze green, ripristinando la dinamica positiva che si osservava prima della pandemia. Le competenze green sono dirimenti anche per gran parte dei mestieri legati al comparto dell’edilizia, chiamati a operare sia per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio già esistente, sia nella progettazione e costruzione di nuovi edifici ecosostenibili. È questa la fotografia mostrata dall’ultima edizione del volume “Le competenze green” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne. Qui per approfondire.  

Unimpresa: nel 2021 fatturato aziende e partite Iva +624 miliardi, Lazio fanalino di coda  

È cresciuto di 624 miliardi di euro (+25%) il fatturato di aziende e partite Iva nel 2021 rispetto al 2020, con oltre 120 miliardi aggiuntivi “incassati” solo nel mese di dicembre. Nei dati fiscali di imprese e professionisti, la spia della ripresa economica del Paese lo scorso anno, ora minacciata dalla guerra in Ucrania.  L’aumento è trainato dalla ripresa delle attività manifatturiere (+35%) e soprattutto dalla spinta del mattone: le costruzioni (+37%) e le altre attività immobiliari (18%) sono tra i comparti che, spinti dagli incentivi fiscali per l’edilizia (ecobonus e super bonus 110%) hanno registrato le variazioni più consistenti. A livello territoriale, gli incrementi più importanti si osservano in Emilia-Romagna (+38%), in Friuli-Venezia Giulia (+28%) e in Sicilia (+27%). Nel Lazio, unica regione che non ha raggiunto la crescita in doppia cifra, si è assistito a un aumento del fatturato di imprese e partite Iva del 9,5%. È quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale nel 2021 le partite Iva hanno visto crescere il fatturato di 29,3 miliardi (+20%) e le aziende di 594,9 miliardi (+25%). Qui per approfondire. 

Unimpresa: conti pubblici, record storico, spesa sfonda quota 1.000 miliardi nel 2022 

La spesa pubblica italiana si avvia verso un record storico negativo che la vede sfondare per la prima volta il muro dei 1000 miliardi di euro. Lo rende noto un’analisi del Centro Studi di Unimpresa, secondo cui alla fine del 2022 il totale delle uscite dal bilancio dello Stato, comprese quelle di Regioni e Province, si attesterà a oltre 1.008 miliardi di euro, in aumento di quasi 40 miliardi rispetto allo scorso anno. Dall’analisi emerge che le cose non andranno meglio in futuro perché anche nel 2023 e nel 2024 dalle casse pubbliche continueranno a uscire oltre 1.000 miliardi annui, in particolare più di 1.032 miliardi il prossimo anno, più di 1.028 miliardi nel 2024 e più di 1.045 miliardi nel 2025. Secondo Unimpresa, nel futuro ad incidere fortemente sulla spesa pubblica italiana sarà l’aumento delle pensioni: rispetto al prodotto interno lordo l’incidenza degli assegni Inps sul totale della spesa passerà dal 15,7% del 2022 più del 16% per il triennio 2023-2025, mentre si spenderà meno per gli stipendi dei dipendenti pubblici: dal 10,0% di quest’anno all’8,8% del 2025. Qui per approfondire.  

Confcommercio: il 54,8% delle famiglie ridurrà i consumi 

Dopo lo shock del 2020 e l’inizio di un ritorno alla normalità registrato nel 2021, il clima di fiducia e le attese delle famiglie sul futuro si sta ristabilendo anche se solo parzialmente: infatti il 26% delle famiglie si aspetta una riduzione del proprio reddito, il 24% prevede di ridurre i consumi e il 47,6% ridurrà i risparmi. Quest’ultimo dato, molto elevato e non compensato da una percentuale altrettanto alta di famiglie che prevede di aumentare i consumi, è un chiaro indicatore che la situazione rimane ancora problematica. Tra le cause che limitano i consumi delle famiglie, al di là dei livelli di reddito, il 54,8% delle famiglie indica alcuni fattori di contesto, in particolare: l’aumento del costo dell’energia, l’incertezza sul futuro causata dai grandi eventi internazionali, come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina. Sul versante occupazionale non emergono particolari timori per la maggior parte delle famiglie (il 51,9%), anche se c’è un 15,8% che si dice seriamente preoccupato, percentuale quest’ultima che sale al 39,4% fra le classi di reddito più basse.  Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dal rapporto “Outlook Italia - Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis. Qui per approfondire.  

Unioncamere: Pnrr, soltanto 1 impresa su 3 pronta a cogliere l'opportunità 

Soltanto una impresa su tre è pronta a cogliere le opportunità delle nuove risorse espressamente dedicate al sistema produttivo dal Pnrr, come transizione 4.0 ed economia circolare. Il 16%, infatti, si è già attivato per aderire ai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza mentre un altro 13% ha in programma di farlo. Ma più del 70% è in una situazione di stallo, senza, al momento, interessarsi alle molteplici occasioni di sviluppo che si stanno aprendo. È quanto afferma una indagine diffusa da Unioncamere. I dati, elaborati dal Centro studi Guglielmo Tagliacarne, sono stati al centro dell'Assemblea delle Camere di commercio. "I dati confermano la necessità di lavorare per diffondere e far conoscere alle imprese, soprattutto quelle più piccole, le misure messe in campo dal Governo nel green e nel digitale", ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. "L'80% delle imprese di minori dimensioni non ha nemmeno in programma di avvalersi di queste risorse, contro il 50% delle aziende medio grandi. Qui per approfondire.  

Confcommercio, nel 2022 Pil al 2,1. L'inflazione drena i risparmi del Covid, ripresa consumi rinviata al 2023 

Nel 2022 il Pil crescerà del 2,1%, con un’inflazione al 6,5% e i consumi a +2%, mentre nel 2023 il Pil salirà del 2,4%, con un’inflazione al 2,9% e i consumi a +2,7%. Sono le più recenti previsioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio, contenute nello studio “Economia e consumi in Italia: 2022-2023”, presentato nell’ambito del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”. Tra le ipotesi delineate nel report, lo scenario più simile a quello tracciato nel Def prevede che nel 2022 arriveremo ad un’inflazione media del 5,5%. Per quanto riguarda la crescita economica l'aumento dei prezzi comporta minori consumi e, quindi, frena il Pil, la cui crescita nell’anno in corso risulterebbe più vicina al 2% piuttosto che al 3%. Lo ha riferito Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio che ha spiegato: “il prodotto lordo tornerebbe ai livelli pre-crisi alla fine del 2022, mentre i consumi farebbero registrare, secondo le nostre valutazioni, un anno di ritardo per il pieno recupero, che si collocherebbe solo alla fine del prossimo anno, una debolezza del nostro sistema economico con la quale dobbiamo convivere ancora a lungo. Il potenziale di sviluppo della spesa delle famiglie non si realizzerà pienamente ancora per diversi trimestri: è il tema dell’accresciuta incertezza che frena la normalizzazione della propensione al consumo”. Qui per un approfondimento.

 

Innovazione  

 

Elettronica, dal Mise primi 10 milioni per lo sviluppo dell’AI 

Per favorire gli investimenti nel settore della ricerca, progettazione e produzione di elettronica innovativa. e sviluppare una industria manifatturiera forte e competitiva, il ministero per lo Sviluppo economico ha destinato i primi 10 milioni di euro di finanziamento, su 200 milioni complessivi stanziati per l'intervento Partenariati-Horizon Europe del Pnrr, ai bandi emanati nel 2021 nell'ambito della iniziativa europea Kdt Ju (Key Digital Technologies Joint Undertaking). L’obiettivo è rafforzare l’autonomia strategica dell'Italia e dell'Unione europea nei componenti e sistemi elettronici all'avanguardia, al fine di agevolare il trasferimento tecnologico verso il mondo dell'impresa di piattaforme di sensori innovativi basati sull'intelligenza artificiale. I membri fondatori della Kdt Ju sono la Commissione Ue, gli Stati membri o associati, tra cui l'Italia, e le associazioni industriali europee che puntano a raddoppiare il valore di queste attività entro il 2030 e favorire la competitività, la sostenibilità e la crescita economica. Qui la Nota del Mise. 

POLIMI: continua la crescita dei pagamenti digitali in Italia: 327 mld €, +22% 

Crescono i pagamenti digitali in Italia, confermandosi come il metodo preferito dai consumatori. Nel 2021 si sono registrati 327 miliardi di euro in transazioni, con una crescita complessiva nell’anno del 22% rispetto al 2020. Protagonisti assoluti si confermano i pagamenti tramite carte contactless che raggiungono i 126,5 miliardi, seguiti da quelli effettuati in negozio tramite smartphone. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano. Nexi ha registrato in Italia un aumento del 122% delle transazioni con smartphone in negozio nel 2021. Nel dettaglio la paytech ha fatto sapere di avere gestito lo scorso anno circa il 70% del totale transazioni mobile in store in Italia, raggiungendo un valore di 7 miliardi di euro. Qui per un approfondimento.  

POLIMI: export digitale italiano da record nel 2021, +15% a quota 15,5 miliardi 

Il 2021 è stato un anno eccezionale per le esportazioni Made in Italy. E l’export digitale italiano di beni di consumo è cresciuto del +15% nel 2021, toccando un valore di 15,5 miliardi di euro. Le esportazioni digitali B2c hanno raggiunto un peso pari al 9% dell'export complessivo in Italia. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Export Digitale della School of Management del Politecnico di Milano. Il settore più importante, pari al 56% del mercato complessivo dell’export digitale si conferma il fashion, con un valore di 8,6 miliardi di euro nel 2021, +20% sul 2020, superando i valori pre-Covid. Il secondo settore è il food & beverage, con un Export online di 2,2 miliardi di euro, 14% del totale, che prosegue la crescita (+10%), ma rallenta dopo l’exploit 2020 (+46%). Il terzo comparto è l’arredamento: 1,2 miliardi di euro (+12%), pari al 7% del totale delle esportazioni online di beni di consumo. Invece, l’export digitale B2B (tramite cioè canali digitali come EDI o Web EDI, Extranet, Marketplace) nel 2021 ha raggiunto un valore di 146 miliardi di euro, anche questo in crescita del 15% rispetto al 2020 e con un peso del 28,3% sull’export complessivo di prodotti. Qui per approfondire.  

Censis-DeepCyber: Cybersecurity, “il 40% degli italiani è senza”  

Quattro italiani su dieci non fanno nulla per proteggersi dagli attacchi o dalle truffe che viaggiano su Internet, con l’attenzione che cresce progressivamente tra le persone che hanno titoli di studio più alti. Il 61,6% del campione è preoccupato per la sicurezza informatica e di conseguenza utilizza sui propri dispositivi connessi a Internet alcune precauzioni per difendersi. Di questi, l’82% ricorre a software e app, e il 18% si rivolge ad un esperto. Di contro il 28,1%, pur manifestando preoccupazioni, non adotta misure specifiche per difendersi, e il 10,3% non è nemmeno preoccupato dagli hacker. A essere più attenti sono i laureati (69%), mentre solo il 49,4% di chi ha la licenza media mostra consapevolezza dei rischi. Lo rileva il Primo Rapporto Censis-DeepCyber sul valore della cybersecurity. Secondo il rapporto, il 24,3% degli italiani conosce precisamente cosa si intende per cybersecurity, il 58,6% per grandi linee, mentre il 17,1% non sa cosa sia (tab. 2). Ad averne una conoscenza precisa sono soprattutto giovani (35,5%), laureati (33,4%), imprenditori (35,4%) e dirigenti (27,7%). Qui per approfondire. 

Venture capital: investimenti in crescita a +35% da inizio anno in Italia 

420 milioni di euro investiti nel Venture Capital in Italia durante i primi tre mesi del 2022, per un totale di 54 round di finanziamento, con una crescita dei capitali investiti pari al 35% rispetto al primo trimestre del 2021. Mentre a livello globale gli investimenti in capitale di rischio sono diminuiti del 16%, rileva GlobalData. Questa la fotografia che emerge dal primo Osservatorio sul Venture Capital in Italia, realizzato da Growth Capital, il primo advisor italiano specializzato in aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria in collaborazione con Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del Venture Capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative. Qui e qui per approfondire.  

Gender equity 

 

MISE: Pnrr imprenditoria femminile, in rampa di lancio i nuovi incentivi 

Al via il Fondo impresa femminile, l'incentivo del Ministero dello sviluppo economico (Mise) che sostiene la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. A disposizione ci sono circa 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di risorse del Pnrr e 40 milioni stanziati dalla legge di bilancio 2021, per colmare il gap italiano con gli altri Stati europei e tra il Nord e il Sud del Paese. La misura diventerà operativa a partire dal mese di maggio con l’apertura degli sportelli di presentazione delle domande per richiedere contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. "Lo scopo principale di questo intervento è agire per creare un ambiente fertile per le nuove imprenditrici”, ha dichiarato il ministro Giorgetti, sottolineando come non ci siano limiti d’età per accedere alle agevolazioni volte anche a recuperare “il gap del tasso di occupazione femminile che separa l'Italia dagli altri paesi europei, specialmente nel Mezzogiorno”. È intervenuta in videocollegamento anche la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti che ha dichiarato “Il Fondo impresa femminile è tra i più innovativi del Pnrr anche per i lavori che il Mise ha fatto per implementare uno dei progetti strategici di ripartenza del nostro Paese". Qui la Nota del Mise. 

 

Enti locali 

 

MITD: digitale, dal PNRR 400 milioni per aggiornare siti e servizi dei Comuni 

Continua la spinta alla transizione digitale nei Comuni grazie ai voucher messi a disposizione sulla piattaforma PA digitale 2026. Servizi pubblici digitali sempre più a misura di cittadino. Dalla domanda di contributi all’iscrizione all’asilo, alla richiesta di accesso agli atti al pagamento di una contravvenzione, fino al pagamento della mensa scolastica: sono solo alcuni dei 26 servizi che i 7.904 Comuni italiani potranno rendere più semplici da usare, accessibili e fruibili grazie ai 400 milioni di euro messi a disposizione dal Dipartimento per la trasformazione digitale nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’obiettivo dell’Avviso è quello di migliorare l’esperienza digitale dei cittadini e il loro rapporto con l’ente comunale quando ricercano informazioni, richiedono una prestazione o effettuano un adempimento. Tutto ciò sarà reso possibile grazie all’adozione di modelli standard per i siti e servizi dei Comuni, e grazie a interfacce studiate per essere coerenti, fruibili e accessibili per tutti i cittadini, predisposte dal progetto Designers Italia. Qui la Nota del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione digitale.  

Enti di area vasta: sul portale OpenCivitas i dati aggiornati su province e città metropolitane 

Il portale OpenCivitas.it è stato aggiornato con i dati 2018 relativi alla determinazione dei fabbisogni standard degli enti di area vasta, ossia province e città metropolitane. I nuovi dati per gli enti di area vasta sono stati rilevati con un questionario somministrato nel 2020. Per questi enti i fabbisogni standard sono degli indici di fabbisogno finanziario espressi in valore monetario e corrisponde alla somma del fabbisogno standard di ogni servizio. Su OpenCivitas è possibile visualizzare un riepilogo dei dati dell’ente analizzato, confrontare il fabbisogno standard con la spesa storica e consultare gli indicatori di maggior rilievo. I dati disponibili sono relativi all’annualità 2018. Qui per maggiori dettagli. 

Ministero PA, Brunetta: “Il portale inPa incarna la nuova Pubblica amministrazione digitale” 

Sblocco dei concorsi, digitalizzazione, assunzioni, semplificazione, rinnovi contrattuali e formazione. E poi il portale inPA per modernizzare il reclutamento nella Pubblica amministrazione. La novità di cui Brunetta si dice più orgoglioso è il portale del reclutamento inPA, dalla doppia valenza: “È una mappa delle opportunità di lavoro nella Pa, alle quali ci si può candidare con un clic, e anche uno strumento attivo di selezione”. Secondo quanto prevede l’ultimo decreto per l’attuazione del Pnrr, inPA diventerà obbligatorio per l’accesso ai concorsi delle amministrazioni centrali sin dal 1° novembre 2022 e sarà esteso anche a tutte le amministrazioni locali, previa intesa in Conferenza Unificata. “Il portale, spiega il Ministro, raccoglie una banca dati di 6 milioni di profili professionali e consente di estendere le ricerche di personale ai 16 milioni di iscritti a LinkedIn Italia, grazie a una partnership virtuosa. Mai le amministrazioni pubbliche avevano potuto contare su un database così ampio e moderno per reclutare professionisti e alte specializzazioni”. Qui la Nota della Funzione pubblica. 

 

Mondo MEF 

 

Agenzia delle Entrate: ISA 2022, confermati i criteri di accesso al regime premiale 

Con il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 143350/2022 del 27 aprile 2022, è stato definito il regime premiale ISA applicabile al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2021. Al raggiungimento di determinati livelli di affidabilità fiscale, anche a seguito di adeguamento spontaneo, al contribuente vengono riconosciuti benefici premiali, le cui soglie di accesso vengono annualmente stabilite con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Per gli ISA 2022 il giudizio di affidabilità può essere conseguito anche sulla base della media dei punteggi ottenuti a seguito dell’applicazione degli ISA per i periodi d’imposta 2020 e 2021. Per il 2021, non si segnalano novità rispetto all’anno precedente, sia per quanto riguarda le soglie, sia per quanto riguarda la possibilità di accedere (in taluni casi) al regime premiale non solo in forza del punteggio conseguito con riferimento al 2021, ma anche in forza della media semplice degli indici 2020 e 2021. Qui per approfondire.