Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

La sostenibilità ambientale, sociale ed economica si mostra sempre più come criterio decisivo per governare il presente e pensare il futuro. 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione della 48esima edizione del Forum Ambrosetti. 

 

Il Dibattito delle Idee 

 

I distretti industriali come modello di sviluppo economico locale 

I distretti italiani hanno registrato un miglioramento dopo la doppia recessione del 2008-2012. Il vantaggio di produttività delle imprese distrettuali medie e grandi è pressoché raddoppiato, raggiungendo i livelli medi conseguiti dalle piccole aziende. I primi studi sui distretti industriali rilevarono delle leve di successo nella presenza di un ricco tessuto di piccoli operatori, caratterizzati da una forte specializzazione produttiva e localizzati in un’area geograficamente circoscritta, uno dei possibili fattori della crescita economica di lungo periodo. La concentrazione territoriale favorirebbe il reperimento e la disponibilità di input produttivi di maggiore qualità, l’efficienza nelle relazioni commerciali tra imprese a monte e a valle della filiera, l’accumulo e il trasferimento di conoscenze sulle tecnologie produttive impiegate. Successive analisi hanno messo in evidenza il ruolo dei distretti industriali italiani nel sostenere lo sviluppo economico della cosiddetta “terza Italia” e, in generale, la crescita di tutto il paese dagli anni Settanta agli anni Novanta. Qui l’approfondimento su LaVoce.info 

Forum Ambrosetti: perché politica estera e difesa comune europea sono un’opportunità per l’Italia e l’UE 

Attraverso lo studio dei fenomeni e il supporto di un qualificato panel di esperti e opinion leader, lo studio “Politica estera e difesa comune per l’Europa: sfide e opportunità per l’Italia e l’Unione Europea”, presentato il 3 settembre 2022 al 48° Forum di Cernobbio, formula dodici proposte che hanno l’obiettivo  di favorire un’accelerazione verso una politica estera e di difesa comune europea senza tralasciare una stima dell’impatto economico che tale politica avrebbe avuto o potrebbe avere sul sistema economico europeo. L’assetto geopolitico mondiale è in rapida evoluzione fin da tempi antecedenti il conflitto russo-ucraino. In questo contesto, poter contare su una politica estera e di difesa comune in Europa non è solo una questione politica o di sicurezza, ma è anche una questione di interesse e crescita economica, sia sotto il profilo industriale sia dal punto di vista dell’espansione internazionale dei mercati. Qui per approfondire.  

 

Studi, ricerche e numeri 

 

ISTAT: cresce dell’1.1% il PIL del secondo trimestre 2022  

La stima completa dei conti economici trimestrali fa registrare nel secondo trimestre del 2022 una crescita del Pil dell’1,1% in termini congiunturali e del 4,7% in termini tendenziali. Si tratta di stime lievemente al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 luglio, quando il rilascio mostrava un aumento congiunturale dell’1% e tendenziale del 4,6%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono risultati in ripresa, con tassi di crescita uguali per il totale degli investimenti e dei consumi finali nazionali (+1,7%), mentre la domanda estera netta ha contribuito negativamente alla crescita del Pil. Qui la Nota di Istat. 

Eurostat: 30 milioni di posti di lavoro sostenuti grazie alle esportazioni extra-UE 

La globalizzazione ha portato molti posti di lavoro a dipendere dal commercio internazionale. Nel 2020, anno in cui è iniziata la pandemia di COVID-19, l'occupazione di 29,9 milioni di persone nell'UE è stata sostenuta dalle esportazioni verso paesi terzi, un leggero aumento rispetto ai 29,6 milioni del 2019. In termini relativi, l'occupazione sostenuta dalle esportazioni rappresentava il 14% dell'occupazione totale (206 milioni), che equivale a poco più di una persona su sette occupata nell'UE.  La Germania è stato lo Stato membro dell'UE con il più alto livello assoluto di occupazione sostenuto dalle esportazioni dell'UE. Nel 2020, i posti di lavoro di 7,4 milioni di persone in Germania sono stati sostenuti dalle esportazioni dall'UE, comprese le esportazioni dalla stessa Germania. Qui per approfondire.    

INAPP: al via la rilevazione per analizzare la digitalizzazione dell’economia e occupabilità degli addetti over-50 nelle PMI 

È iniziata la rilevazione INAPP, finalizzata a esplorare il rapporto fra invecchiamento della popolazione, mercato del lavoro e sviluppo economico, a fronte dei cambiamenti culturali e strutturali che attraversano i sistemi produttivi. L’indagine intende descrivere e analizzare diversi aspetti che vanno dall’atteggiamento degli attori del tessuto produttivo nei confronti dell’invecchiamento delle risorse umane alle strategie di innovazione tecnologica adottate o in via di adozione e alle soluzioni intraprese per gestire per esempio l’adeguamento delle competenze. L’indagine è condotta su un campione rappresentativo di 2.500 imprese, società di capitale e di persone extra agricole, con un numero di addetti compreso fra le 10 e le 249 unità e collocate su tutto il territorio nazionale. Qui per approfondire. 

Banca d’Italia: l’economia italiana in breve 

La pubblicazione mensile di Banca d’Italia, l'Economia italiana in breve, riporta una serie di informazioni e statistiche sugli andamenti congiunturali e sulle principali caratteristiche strutturali del sistema economico-finanziario italiano. Le sezioni riguardano i prezzi, le transazioni internazionali, la situazione finanziaria del settore privato, gli andamenti del settore bancario, la finanza pubblica, le proiezioni macroeconomiche diffuse dalla Banca d'Italia e da altre istituzioni internazionali. Qui per approfondire.  

ISTAT: i dati del commercio al dettaglio  

A luglio, rispetto al mese precedente, tornano a crescere le vendite sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari, anche al netto della componente di prezzo. 
A livello tendenziale prosegue la divergenza tra l’andamento positivo delle vendite in valore e quello negativo dei volumi, in flessione per il secondo mese consecutivo. 
Tra le forme distributive, sono in crescita la grande distribuzione e il commercio elettronico, quest’ultimo in decisa ripresa dopo la flessione dello scorso mese. Qui la Nota di Istat. 

 

La Voce degli Stakeholder 

 

Confesercenti: caro energia, scenario preoccupante per famiglie e imprese 

L’inflazione aumenta la spesa, ma taglia i consumi. Secondo Confesercenti a luglio, nonostante l’avvio positivo della stagione turistica – le vendite aumentano in valore rispetto allo scorso anno, ma diminuiscono in volume per il secondo mese consecutivo, proprio a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi. Il dato sulle vendite del commercio al dettaglio fotografa il ruolo giocato dall’inflazione nel comprimere gli acquisti in volume: la spesa aumenta rispetto allo scorso anno (del 4,2%) ma gli acquisti in volume diminuiscono di -0,9 punti %. In particolare, a soffrire sono i beni alimentari. Le più coinvolte negativamente sono soprattutto le attività di minori dimensioni: i piccoli esercizi di vicinato segnano il passo, con una variazione della spesa nulla rispetto a luglio 2021, che corrisponde a circa -5 punti in meno delle vendite in volume. Qui per approfondire.  

Confartigianato: a rischio quasi 900 mila piccole aziende e 3,5 milioni di occupati 

ll caro-energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano. È l’allarme lanciato da Confartigianato in un report che ha analizzato l’impatto dei rincari energetici su 43 settori produttivi. A livello territoriale, si legge nel rapporto di Confartigianato, la regione più esposta è la Lombardia, dove sono a rischio 139mila aziende con 751mila addetti, seguita dal Veneto, dove a soffrire sono 77mila piccole imprese con 376mila occupati. Qui per approfondire. 

 

Innovazione  

 

Istituto Tagliacarne: 36 mila imprese pronte ad investire nel digitale 4.0 entro il 2024 

Secondo un’indagine condotta dal Centro Studi Tagliacarne sarebbero 36 mila le imprese che prevedono di imboccare per la prima volta la strada della transizione 4.0 entro il 2024. Una su quattro lo farà utilizzando le risorse del Pnrr. L’indagine è stata svolta su un campione di 4.000 imprese manifatturiere e dei servizi tra 5 e 499 addetti, rappresentativo dell’universo di 494mila mila imprese.  Già nel 2022, il 46% delle aziende che faranno la svolta prevede aumenti di fatturato (contro il 38% delle imprese che non investono nelle tecnologie abilitanti) e il 51% conta di essere più presente sui mercati esteri (contro il 31%). Big Data (31%), simulazione dei processi produttivi per ottimizzarne il funzionamento (28%), Robotica (22%): sono i campi su cui investiranno di più nel passaggio verso la quarta rivoluzione industriale. Per gestire al meglio questa transizione le imprese punteranno maggiormente sul capitale umano. In particolare, il 70% farà leva sulla formazione per acquisire nuove competenze (contro il 51% delle imprese non digitali), mentre l’87% acquisirà nuovi lavoratori ad elevata specializzazione (contro il 68% delle non digitali). Qui per approfondire.  

Wi-fi aziendale, il boom dell’Europa: +45% di ricavi in un anno 

Continua a crescere il mercato mondiale del Wi-fi per le imprese, che nel secondo trimestre segna un +20,4% anno su anno in termini di ricavi, a 2,1 miliardi di dollari. L’Europa occidentale registra tassi nettamente superiori alla media (+45,4%). Lo calcola il nuovo report sulle Wlan (reti locali wireless) di Idc. che restituisce dei dati non omogenei nelle diverse regioni del mondo. Negli Stati Uniti la crescita è del 15,7% e in America Latina addirittura del 47,7%, l’incremento più alto del secondo trimestre. In Canada, invece, si registra una contrazione dell’1,6%. Qui per un approfondimento.

 

Gender equity 

 

INAPP: uno studio analizza i fattori di rischio in termini di disuguaglianze e discriminazioni negli adulti low-skilled 

I lavori implicano sempre più analisi e comunicazione di informazioni e poiché la tecnologia pervade tutti gli aspetti della vita, è più probabile che gli individui con scarse competenze si trovino a rischio, con maggior limite nell'accesso a molti servizi di base, a lavori meglio retribuiti e più gratificanti e alla possibilità di partecipare a ulteriori corsi di istruzione e formazione, fondamentali per lo sviluppo e il mantenimento delle competenze durante la vita lavorativa. L’analisi INAPP, presentata durante la Conferenza AISRe, studia le caratteristiche di adulti low skilled e la comprensione dei diversi fattori che contribuiscono alle cause di tale condizione e rappresenta un'area di indagine sociologica importante, nonché un elemento centrale nel dibattito sulle politiche formative, per la rilevanza delle competenze nel favorire l’occupabilità, e più in generale la cittadinanza e l’inclusione sociale. L’obiettivo dello studio in corso è sia delineare un quadro delle principali caratteristiche sociodemografiche di adulti low skilled in Italia, e dei loro comportamenti formativi, sia evidenziare perché il target rischia di essere maggiormente penalizzato a seguito della crisi pandemica, fornendo infine brevi spunti di policy. Qui per approfondire.  

 

Enti locali 

 

Decreto Aiuti-bis: 350 mln ai comuni e 50 mln a città metropolitane e province per caro energia e emergenza idrica 

È in Gazzetta ufficiale il Decreto-legge denominato “Aiuti-bis”. Parliamo del decreto 9 agosto 2022, n. 115, recante “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”, che introduce importanti novità per gli Enti Locali, tra le quali spicca l’assegnazione di 350 milioni di euro ai Comuni e 50 milioni di euro a Città metropolitane e Province a garanzia della continuità dei servizi primari erogati. Qui per approfondire.

 

Mondo MEF 

Entrate tributarie: nei primi sette mesi dell’anno gettito pari a 288 miliardi 

Nel periodo gennaio-luglio 2022 le entrate tributarie erariali accertate  ammontano a 288.423 milioni di euro, con un incremento di 30.321 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+11,7%). Il significativo incremento registrato nei primi 7 mesi del 2022 è influenzato principalmente da tre fattori: il trascinamento degli effetti positivi sulle entrate che si sono determinati a partire dal 2021 e gli effetti in seguito al “decreto Rilancio” e al “decreto Agosto” che hanno disposto proroghe, sospensioni e ripresa dei versamenti tributari e, infine, dagli effetti dell’incremento dei prezzi al consumo che hanno influenzato, in particolare, la crescita del gettito dell’IVA. Nel mese di luglio le entrate tributarie sono state pari a 45.546 milioni di euro e segnano un +3,1%. In particolare, le imposte dirette hanno avuto un aumento del gettito di 311 milioni di euro (+1,2%) e le imposte indirette hanno registrato un andamento positivo pari a 1.059 milioni di euro (+5,8%). Qui il Comunicato stampa del MEF.