Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

Buone notizie per l'Italia: al via il primo pagamento di 21 miliardi di euro. Complimenti all'Italia. #NextGenerationEU è l’opportunità di una generazione.  

La Presidente Ursula Von der Layen in un tweet per annunciare il primo pagamento europeo per il Pnrr italiano.  

 

Il Dibattito delle Idee 

 

Fine dello stato di emergenza: cosa resterà dello smart working? 

La pandemia ha costretto a lavorare da casa oltre otto milioni di italiani stravolgendo non solo le abitudini ma anche la stessa attività professionale. Allo stesso tempo, però, la pandemia ha dato grande slancio allo smart working. Ma che cosa accadrà ora? Uno studio dell’Ocse, realizzato attraverso un questionario rivolto a lavoratori e imprese di 25 Paesi, cerca di comprendere esperienze e aspettative generate da questa forma di organizzazione del lavoro, oltre ai riflessi su produttività e benessere dei lavoratori. Secondo lo studio, le opinioni di datori di lavoro e dipendenti convergono nell’attribuire allo smart working un ruolo di crescente importanza. Tuttavia, le imprese prevedono di rendere possibili forme di smart working solo per circa il 40% dei lavoratori. Questi ultimi si aspettano invece che il 70% della forza lavoro potrà fare smart working nel periodo post-pandemico. In sintesi, secondo i risultati dell’indagine, il mondo imprenditoriale e del lavoro italiano si aspettano più smart working, ma in una forma ibrida, in cui la presenza sul luogo di lavoro è garantita per alcuni giorni della settimana. Ciò pare essere la soluzione migliore per massimizzare i benefici e al contempo ridurre i rischi del lavoro a distanza. Qui per approfondire.  

I bisogni delle PMI per la ripresa post-Covid 

L’emergenza sanitaria causata da Covid-19 ha indotto la più grande crisi economica che il mondo abbia mai affrontato negli ultimi 100 anni dalla Grande Depressione del ’29. Questa ha colpito duramente il nostro Paese incidendo pesantemente sul segmento industriale prevalente nel nostro tessuto economico-imprenditoriale, le piccole e medie imprese (PMI). Le PMI si sono trovate a fronteggiare le ricadute economiche e strutturali della pandemia partendo da situazioni di liquidità e patrimonializzazione non adeguate. Durante la pandemia, anche in Italia le piccole e medie imprese sono state aiutate con varie misure, in particolare cercando di mantenere aperto l’accesso al credito. I piani per la ripresa, invece, selezionano e riducono le risorse destinate alle Pmi, che tuttavia devono ora affrontare due sfide cruciali: transizione ecologica e sostenibilità. Qui per approfondire.

 

Studi, ricerche e numeri 

 

Istat: compravendite immobiliari in aumento del 19,5% a/a nel terzo trimestre 2021 

Nel terzo trimestre 2021 ammontano a 223.273 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari, in crescita del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 19,5% su base annua. Lo rende noto l'Istat sottolineando che il settore abitativo segna variazioni congiunturali positive in tutte le aree geografiche del Paese (Centro +4,5%, Nord-est +2,8%, Isole +2,5%, Nord-ovest +2,2%, Sud +1,4%) mentre il comparto economico è in crescita nel Nord-ovest (+5%), al Centro (+2,2%) e nelle Isole (+2,0%), resta sostanzialmente stabile nel Nord-est (+0,1%) ed è in calo al Sud (-1%). Il 94,8% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (211.606), il 4,9% quelle a uso economico (10.937) e lo 0,3% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà (730). Rispetto al terzo trimestre 2020 le transazioni immobiliari aumentano del 19,3% nel comparto abitativo e del 23,8% nell'economico. In calo la crescita tendenziale registrata in entrambi i settori nei primi due trimestri dello stesso anno (+37,2% e +29,3% nel primo e +75,4% e +87,7% nel secondo). Qui la Nota dell’Istat. 

Banca d’Italia: aumentano i prestiti a famiglie ed imprese a febbraio 

A febbraio, i prestiti alle imprese sono aumentati dell'1,2%, in lieve aumento rispetto al +0,9% del mese precedente e quelli alle famiglie del 3,8% sui dodici mesi (3,7 nel mese precedente). Lo rende noto la Banca d’Italia precisando che i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell'ambito del sistema europeo delle banche centrali, sono cresciuti del 2,1% sui dodici mesi, in crescita rispetto al +1,8% del mese precedente. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l'acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati all'1,85% (1,78 in gennaio), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all'8,06% (8,08 nel mese precedente). In lieve ribasso i depositi del settore privato: sono cresciuti del 4,2% sui dodici mesi, in calo rispetto al +4,7% di gennaio. Qui la Nota di Banca d’Italia. 
 
Istat: vacanze nel 2021 viaggi in ripresa ma lontani dai livelli pre-pandemia 

Nel 2021 i viaggi dei residenti in Italia sono stati 41 milioni e 648mila (281 milioni e 491mila pernottamenti), vicino ai livelli del 2020 ma ancora lontani da quelli precedenti la pandemia del 2019. Lo afferma l’Istat nel report sui viaggi e le vacanze in Italia e all'estero. Piccoli segnali di ripresa si osservano per le vacanze di 4 o più notti (+25%) e per le vacanze estive. Le persone che hanno fatto almeno una vacanza tra luglio e settembre sono il 33,9%, contro il 30,9% del 2020. Seppur in ripresa rispetto al primo anno di pandemia (+29%), i viaggi all’estero sono solo il 26% di quelli registrati nel 2019 mentre è stabile la scelta di località italiane (89,3% dei viaggi). Per quanto riguarda i pernottamenti lo scorso anno sono aumentati di 50 milioni rispetto al 2020 (+21,8%): quasi 45 milioni in più i viaggi di vacanza mentre sono circa 5 milioni in più i viaggi di lavoro. La crescita delle vacanze lunghe in estate rispetto allo stesso periodo del 2020 è stata del 23,2%. Infine, sale al 14,8% la quota di residenti che hanno effettuato almeno un viaggio in un trimestre del 2021 (era stata del 13,1% nel 2020). Qui la Nota dell’Istat. 

Banca d’Italia: prestiti alle imprese, nel 1° trimestre i criteri di offerta hanno registrato un irrigidimento 

Nel primo trimestre del 2022 i criteri di offerta sul credito alle imprese e alle famiglie sono risultati più stringenti a causa di una maggiore percezione del rischio e una minore tolleranza dello stesso. Anche i termini e le condizioni risultano inaspriti, in particolare tramite un aumento dei margini sui finanziamenti più rischiosi. Sono questi i principali risultati per le banche italiane diffusi dalla Banca d’Italia relativi al 1° trimestre 2022 e alle prospettive per il 2° trimestre dell'anno che emergono dall'Indagine sul credito bancario nell'area euro. I criteri di concessione dei prestiti alle famiglie, per l'acquisto di abitazioni e per consumo e altre finalità, riporta l’indagine, hanno registrato un contenuto allentamento, mentre i termini e le condizioni sono stati irrigiditi. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti bancari da parte delle imprese è lievemente diminuita. Anche le richieste di finanziamenti da parte delle famiglie sono leggermente diminuite per i mutui e aumentate per il credito al consumo. Qui la Nota di Banca d’Italia. 

Eurostat: occupazione in aumento, 3,6 milioni di disoccupati hanno trovato lavoro nel quarto trimestre del 2021  

Eurostat rende noto che nella UE, il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni si è attestato al 74,0% nel quarto trimestre del 2021, il che rappresenta un aumento dello 0,5% rispetto al terzo trimestre del 2021. La debolezza del mercato del lavoro nel quarto trimestre del 2021 ammontava al 12,3% della forza lavoro allargata di età compresa tra 20 e 64 anni, in calo rispetto al 12,8 % nel terzo trimestre 2021 (-0,5 pp). Tra il terzo e il quarto trimestre del 2021, 3,6 milioni di disoccupati nella UE (24,6% di tutti i disoccupati nel terzo trimestre del 2021) hanno trovato lavoro. Durante questo periodo, 7,4 milioni (51%) sono rimasti disoccupati e 3,5 milioni (24,5%) sono diventati economicamente inattivi. Di tutti gli occupati nel terzo trimestre del 2021, 2,5 milioni (1,3%) sono diventati disoccupati nel quarto trimestre del 2021 e 5,8 milioni (2,9%) sono passati all'inattività economica. Di quelli considerati economicamente inattivi nel terzo trimestre del 2021, 5,5 milioni (4,7%) sono entrati nel mondo del lavoro nel quarto trimestre del 2021 e 3,8 milioni (3,2%) sono passati alla disoccupazione. Qui e qui per un approfondimento. 

Istat: produzione industriale in crescita a febbraio, +4% rispetto a gennaio 

L'Istat stima per febbraio una crescita della produzione industriale. Secondo la stima l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato del 4% rispetto a gennaio. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio l’indice complessivo aumenta in termini tendenziali del 3,3%. I giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a febbraio 2021. Nella media del trimestre dicembre-febbraio il livello della produzione diminuisce dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. A febbraio la produzione industriale "torna a crescere in termini congiunturali, recuperando buona parte del calo registrato nei due mesi precedenti”, è il commento dell'Istat. È positivo anche il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria: il livello destagionalizzato dell’indice di febbraio 2022 è maggiore del 2,5%. Incrementi rilevanti, su base annua, caratterizzano i beni di consumo (+5,8%), l’energia (+4,5%), e i beni strumentali (+2,8%); più contenuta è la crescita per i beni intermedi (+1,6%). Qui la Nota dell’Istat. 

CRIF: a marzo ancora in calo le richieste di mutui, -28,5% su base annua 

Le richieste di mutui in Italia a marzo hanno segnato un -28,5% su base annua, registrando un evidente calo. Lo comunica CRIF nel suo barometro mensile, sottolineando che il mercato del credito rileva però la salita dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (+26,6% su marzo 2021) e dei prestiti personali (+20,7% anno su anno). Stessa tendenza per i dati trimestrali: -25,5% per i mutui e +24,3% per i prestiti rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno. A richiedere i mutui sono soprattutto gli under 35 con un’incidenza stabilmente superiore al 30%. Sul piano della durata gli italiani continuano a privilegiare piani di rimborso più lunghi: oltre l’80% delle richieste prevede un periodo superiore a 15 anni. L’importo medio è di 143.423 euro, in crescita del 4,5% anno su anno ma inferiore rispetto a febbraio (quando era a 145.414 euro). Sul fronte prestiti, se le richieste aumentano rispetto a marzo 2021, frena invece dell’8,5% l’importo medio: 9.131 euro. Qui per approfondire.  

Istat: Pil, il rischio principale per la crescita resta l'inflazione. L'impatto della guerra difficile da misurare 

La forte accelerazione dell'inflazione, condizionata dall'andamento dei prezzi dei beni energetici, costituisce ancora il principale rischio al ribasso per la crescita, a cui si associano i possibili effetti negativi legati al rallentamento del commercio internazionale e all'apprezzamento del dollaro. È quanto rende noto l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell'economia italiana. Per sostenere la crescita nei prossimi mesi, sostiene l’Istat, bisogna puntare sugli investimenti e sul risparmio, i due punti di forza del Paese. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha aumentato l'incertezza e accentuato fortemente le tensioni nei mercati delle materie prime, evidenzia l’Istat. Tuttavia, l'impatto della guerra sull'economia italiana rimane di difficile misurazione e si innesta all'interno di una fase del ciclo caratterizzata da una crescita di alcuni settori economici, degli investimenti e del mercato del lavoro. Nonostante l'accelerazione dell'inflazione, l'attuale tasso di investimento, tornato ai livelli del 2008, e l'ancora elevata propensione al risparmio potrebbero rappresentare "punti di forza per lo sviluppo dell'economia nei prossimi mesi", conclude l’istituto di statistica. Qui la Nota dell’Istat. 

 

La Voce degli Stakeholder 

 

Coldiretti-Vinitaly: volano le esportazioni di vino a 7,1 mld ma è allarme costi +35%  

Le esportazioni di vino italiano registrano un record storico con un balzo del 12% in valore nel 2021. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat in occasione del Vinitaly. Lo scorso anno le esportazioni di vino italiano hanno raggiunto il valore massimo di sempre con 7,1 miliardi, anche se questo record viene ora messo a rischio dagli effetti della guerra in Ucraina. La guerra, sottolinea Coldiretti, mette a rischio quasi 150 milioni di euro di export di vino Made in Italy in Russia, che proprio quest’anno aveva raggiunto il record storico con una crescita del 18% rispetto al 2020. Inoltre, sempre a causa del conflitto, sono aumentati del 35% i costi per il vino italiano con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole Made in Italy che si trovano a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi e che, spiega la Coldiretti, arrivano oggi a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro.  Qui e qui per approfondire. 

Confindustria: la produzione industriale in Italia in calo del 2,9% 

A marzo la produzione industriale italiana scende dell’1,5%, dopo il rimbalzo di febbraio (+1,9%). Sono le conseguenze e gli effetti della guerra in Ucraina, secondo quando emerge dalla stima del Centro studi di Confindustria nell’indagine rapida. Nel primo trimestre dell’anno la diminuzione della produzione industriale sarà dal -2,9% rispetto al quarto trimestre del 2021 e “inciderà negativamente sulla dinamica del Pil”. Gli ordini all’industria diminuiscono a marzo dello 0,8% (in volume) su febbraio, quando erano scesi dello 0,1% su gennaio: un dato “molto negativo per le prospettive della produzione da aprile”. Inoltre, prosegue Confindustria, le dinamiche inedite dei prezzi delle materie prime, con particolare riferimento al rincaro del gas naturale (+1.217%) e quello del petrolio (+104%), “misurano l’ordine di grandezza dello shock di offerta che sta colpendo l’attività economica italiana ed europea”. Secondo Confindustria, il conflitto in Ucraina ha accentuato l’incidenza dei fattori che da fine febbraio ostacolavano l’attività economica e produttiva già prima della guerra. Ne è derivato un peggioramento congiunturale che trova conferma nel calo di fiducia delle imprese registrato a marzo, a 105,4 da 107,9 di febbraio, e nella flessione del PMI manifatturiero (a 55,8 da 58,3 del mese scorso). Qui per approfondire.  

Unioncamere: lavoro, 368mila assunzioni previste dalle imprese ad aprile 

Sono circa 368mila le entrate di personale previste complessivamente dalle imprese ad aprile, ma l'impatto sullo scenario macroeconomico della crisi in Ucraina e la significativa crescita dei costi energetici e delle materie prime cominciano a produrre effetti soprattutto sulle imprese manifatturiere. Il bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di aprile, mostra infatti una riduzione del -8,5% delle entrate previste dal settore manifatturiero rispetto a marzo (-6mila) e del -5,9% se confrontate con un anno fa (-4mila). Anche le costruzioni registrano una frenata (-9,4% rispetto a marzo e -19,5% su 12 mesi fa). I servizi nel loro complesso risultano invece in crescita del 7,5% sul mese (+19mila) e del 39,1% sull'anno (74mila), grazie soprattutto alla ripresa del settore turistico favorito dall'allentamento delle restrizioni per la fine dello stato di emergenza. Qui per approfondire. 

 

Innovazione  

 

POLIMI: cresce il mercato Internet of Things in Italia (+22%), superando i livelli pre-pandemia. Giro d’affari da 7 miliardi 

Il 2021 è stato un anno di forte crescita per l’IOT in Italia. Il mercato ha infatti registrato un incremento del 22% rispetto al 2020, raggiungendo un valore di 7,3 miliardi di euro, al di sopra dei livelli pre-Covid (valeva 6,2 miliardi di euro nel 2019). Si evolve parallelamente anche l’offerta di soluzioni IoT con nuovi servizi di valore, grazie alle grandi quantità di dati raccolti da oggetti connessi. Il valore dei servizi raggiunge quota 3 miliardi di euro, circa il 40% del mercato IoT complessivo, +25% rispetto al 2020. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno "Guardare oltre la ripresa: strategie e investimenti per l'Internet of Things". La spinta maggiore sul mercato, +30%, viene dalle applicazioni che utilizzano tecnologie di comunicazione non cellulari. Crescita più contenuta, +6% invece, per le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare. Ma grandi opportunità per l'Internet of Things si aprono ora con il PNRR. Molti degli investimenti previsti all'interno del Piano (dalla Smart Factory alla Smart City, passando per lo Smart Building e l'Assisted Living) riguardano ambiti in cui l'Internet of Things può giocare un ruolo chiave, per 30 miliardi di euro di risorse complessive. Qui per approfondire. 

Mise: incentivi per 678 mln per economia circolare e risparmio energetico delle PMI 

A partire dal 18 maggio le micro, piccole e medie imprese italiane potranno richiedere incentivi per realizzare investimenti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico, al fine di favorire la trasformazione digitale e sostenibile di attività manifatturiere. È quanto prevede il decreto del Ministero dello sviluppo economico che stabilisce i termini per la presentazione delle domande relative alla misura agevolativa che dispone di circa 678 milioni di euro per progetti digitali 4.0, economia circolare e risparmio energetico, di finanziamenti garantiti dal programma d'investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione. I finanziamenti sono destinati per circa 250 milioni agli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro - Nord, mentre circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno. Di queste risorse, una quota pari al 25% è destinata ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese. Qui il Comunicato del Mise. 

 

Enti locali 

 

La Conferenza Stato-Città dà il via alle risorse per i LEP asili nido e trasporto studenti disabili 

Saranno circa 5000 i Comuni italiani che beneficeranno nel 2022 di risorse aggiuntive, per cominciare a colmare il gap nell’offerta di posti all’interno degli asili nido. In totale, si prevede di riuscire a soddisfare in questo modo le richieste di 15.639 utenti aggiuntivi. Sono questi i calcoli effettuati dalla CTFS, istituita presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, all’interno della nota metodologica per l’attribuzione delle risorse previste nell’ambito del Fondo di solidarietà comunale per il potenziamento del servizio degli asili nido nelle Regioni a Statuto ordinario, in Sicilia e in Sardegna. L’obiettivo è quello di raggiungere il LEP (Livelli essenziali delle prestazioni) fissato al 33% di posti disponibili su base locale, calcolato rispetto alla popolazione compresa tra i 3 e i 36 mesi. Per la prima volta, la Legge di Bilancio 2022 ha previsto uno stanziamento specifico di risorse per colmare progressivamente i divari territoriali, iniziando dai Comuni nei quali la copertura è attualmente inferiore al 28,88%.  

Per il 2022, sono disponibili 120 milioni di euro e con queste prime risorse aggiuntive si potrà riuscire a colmare già del 14% il gap per avvicinarsi al 33%, con percentuali molto più alte nei Comuni piccoli e piccolissimi. Le risorse assegnate sono vincolate a questo obiettivo: se i Comuni non riusciranno a potenziare il servizio asili nido, dovranno restituirle. Infine, il decreto ripartisce anche i fondi (30 milioni di euro) messi a bilancio per il 2022 per il trasporto degli alunni disabili, con l'obiettivo di alzare la percentuale di copertura fino all'8,9%. La distribuzione dei fondi, dunque, avvantaggerà soprattutto i Comuni che non raggiungono quella quota. Qui la Nota del Ministero per il Sud e la coesione territoriale.  

Finanza locale, contributi per oltre 900 milioni per progetti di rigenerazione urbana 

È stato adottato dal ministero dell’Interno e dal dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il decreto datato 4 aprile 2022 con il quale si procede allo scorrimento della graduatoria e alla erogazione dei contributi pari a euro 900.861.965,41 per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Con il provvedimento, sono finanziate inoltre, tutte le ulteriori opere già ammesse nel precedente decreto del 30 dicembre 2021, ma che non si erano classificate in posizione utile a causa della mancanza di risorse. Il provvedimento ammette alla contribuzione di ulteriori 554 opere, che interessano in particolare 146 Comuni del Nord, 9 Comuni del Centro e 14 Comuni del Sud e Isole del nostro Paese. Qui la Nota del Ministero dell’Interno. 

 

Mondo MEF 

 

MEF: fisco, nel 2020 scende il reddito medio degli italiani

Il reddito complessivo totale dichiarato dagli italiani nel 2020 ammonta a oltre 865,1 miliardi di euro, in calo di 19,4 miliardi rispetto all’anno precedente, per un valore medio di 21.570 euro, in flessione dell’1,1% rispetto a quello indicato l’anno precedente nelle dichiarazioni dei redditi. Lo rende noto il MEF, sottolineando come il contesto economico negativo del 2020, anno della crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, si riflette su tutti gli aggregati statistici delle dichiarazioni fiscali. Gli autonomi dichiarano oltre il doppio dei dipendenti ed i pensionati sono la categoria che dichiara di meno. Secondo il Mef il quadro generale è destinato, sul fronte delle dichiarazioni, ad aggravarsi per gli anni successivi quando agli effetti del Covid sull'economia italiana di sommeranno quelli della guerra in Ucraina. L'analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.770 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.630 euro). Qui il Comunicato stampa del MEF e qui la Nota del Dipartimento delle Finanze.