Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

I distretti industriali come modello di sviluppo economico locale 

I distretti italiani hanno registrato un miglioramento dopo la doppia recessione del 2008-2012. Il vantaggio di produttività delle imprese distrettuali medie e grandi è pressoché raddoppiato, raggiungendo i livelli medi conseguiti dalle piccole aziende. I primi studi sui distretti industriali rilevarono delle leve di successo nella presenza di un ricco tessuto di piccoli operatori, caratterizzati da una forte specializzazione produttiva e localizzati in un’area geograficamente circoscritta, uno dei possibili fattori della crescita economica di lungo periodo. La concentrazione territoriale favorirebbe il reperimento e la disponibilità di input produttivi di maggiore qualità, l’efficienza nelle relazioni commerciali tra imprese a monte e a valle della filiera, l’accumulo e il trasferimento di conoscenze sulle tecnologie produttive impiegate. Successive analisi hanno messo in evidenza il ruolo dei distretti industriali italiani nel sostenere lo sviluppo economico della cosiddetta “terza Italia” e, in generale, la crescita di tutto il paese dagli anni Settanta agli anni Novanta. Qui l’approfondimento su LaVoce.info 

 

Valore aggiunto provinciale: Campania e Sicilia recuperano oltre i livelli pre-covid 

L’Istituto Tagliacarne e Unioncamere hanno realizzato un’analisi sul valore aggiunto provinciale: solo 22 province su 107 hanno superato i livelli pre-covid e più della metà si trova in Campania e in Sicilia.  Ma è Milano a ricoprire il primo posto per reddito prodotto pro-capite. Le province che hanno riscontrato maggiori difficoltà nel recupero sono quelle in prossimità del Mare Adriatico, Toscana, Triveneto. Il comparto dei servizi ha riscontrato maggiori difficoltà a causa della complessa situazione legata al settore turistico, mentre l’edilizia, grazie alle misure di sostegno varate dal Governo ha segnato gli aumenti più significativi, soprattutto in Umbria e Sicilia. L’industria manifatturiera è cresciuta dell’1,9% tra il 2021 e il 2019, grazie alle buone performance dello scorso anno che si è chiuso con un incremento del 10,2% rispetto al 2020. La ripartenza è sostenuta soprattutto dal Nord Ovest (+ 2,7%) e dalle Isole (+2,3%) e in misura minore dal Centro (+1,8%) e dal Nord-Est (1,5%). Qui per approfondire. 

 

Bollettino excelsior: a settembre le aziende ricercano 524mila lavoratori  

Le aziende sono alla ricerca di 524mila lavoratori in questo mese di settembre. A confermarlo è il bollettino Excelsior realizzato da Anpal e Unioncamere.  I lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di settembre sono circa 2mila in meno (-0,4%) rispetto a quanto programmato un anno fa. I comparti maggiormente in frenata sono il manifatturiero, con 15mila posti in meno rispetto a settembre 2021 e il commercio con oltre 25mila contratti in meno rispetto a 1 anno fa.  Questo andamento è imputabile soprattutto al continuo rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime, con i relativi effetti sull’inflazione e sui consumi. In risalita invece i dati registrati nelle costruzioni: nel mese di settembre le assunzioni programmate sono 57mila con un aumento del 37,3% rispetto allo scorso anno, numeri in crescita che le previsioni confermano anche per il trimestre successivo. Qui per approfondire. 

 

Istat: su ricerca e sviluppo si rileva un deciso calo della spesa nel 2020 

Nel 2020 le imprese hanno investito in ricerca e sviluppo 25mld di euro, il 4,7% in meno dell’anno precedente. La spesa sostenuta dalle imprese diminuisce del 6,8% rispetto al 2019: tiene la grande impresa (+2,2%), in marcata flessione le PMI. In calo anche la spesa delle Università (-2,0%) mentre aumenta quella delle istituzioni private non profit (+2,2%) e resta stabile la spesa delle istituzioni pubbliche. I dati preliminari segnalano un’importante ripresa della spesa in R&S delle imprese per il 2021, il 5,2% in più rispetto al 2020, e per il 2022 (+3,9% sul 2021). Qui la Nota dell’Istat. 

 

SACE: l'export italiano volano dell’economia 

L'export italiano si conferma prezioso traino per l'economia italiana ma diventa sempre più costoso a causa delle tensioni internazionali e del rincari energetici che stanno travolgendo tutti i comparti. Alessandra Ricci, Amministratrice delegata di Sace, in occasione della presentazione dell'ultimo rapporto export, sottolinea come l'accesso agli strumenti, alle risorse e alle competenze rappresentano per l'Italia un'opportunità per affrontare le sfide globali. Nel 2022 si prevede infatti che le vendite dei prodotti italiani all'estero cresceranno del 10,3% in valore, ma solo del 2,6% in volumi. Per l'anno successivo i trend legati a valori e volumi dell'export convergeranno con una crescita rispettivamente del 5 e del 4%. Qui per un approfondimento. 

 

Congiuntura Confcommercio: situazione economica caratterizzata da una forte incertezza 

L’economia italiana, dopo un primo semestre positivo, mostra segnali di un possibile rallentamento nell’ultima parte del 2022. A luglio la produzione industriale, dopo i bruschi ridimensionamenti di maggio e giugno, ha mostrato un debole recupero (+0,4%), registrando una flessione rispetto allo scorso anno. Nello stesso mese l’occupazione ha mostrato un ridimensionamento in termini congiunturali. La congiuntura di Confcommercio fornisce un’analisi sull’andamento complessivo dell’economia italiana e nel mese di settembre ha stimato un calo del PIL dell’1,4% rispetto ad agosto. Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio si nota un atteggiamento più prudente da parte dei contribuenti rispetto ai consumi, così anche per i servizi. L’indicatore dei consumi di Confcommercio (ICC) infatti registra una riduzione su base annua dell’1,2%, il primo dato negativo da febbraio 2021. Qui per approfondire. 

 

Confartigianato: pubblicato il 21°report ‘Imprese in trincea nella guerra dell’energia’   

Le forti turbolenze sui mercati energetici, causate dal conflitto russo-ucraino, sono al centro della 21° edizione del Report curato dall’Ufficio studi di Confartigianato. Nonostante l’intensificarsi degli impulsi recessivi, le imprese e l’economia italiana manifestano, almeno per ora, segnali di resilienza. Per combattere l’inflazione si è avviato un ciclo di politica monetaria restrittiva mentre sul fronte della politica fiscale la frenata del ciclo economico rende più tortuoso il sentiero di rientro del debito pubblico. Nonostante la guerra nel II trimestre 2022 ci sono segnali congiunturali positivi per spesa famiglie e investimenti: l’Italia è al 4° posto nel G20 per crescita facendo inoltre registrare tra i maggiori paesi Ue il migliore recupero rispetto al pre-pandemia e la miglior performance sia per produzione manifatturiera che per esportazioni. Qui per un approfondimento. 

 

Istituto Tagliacarne: 36 mila imprese pronte ad investire nel digitale 4.0 entro il 2024 

Secondo un’indagine condotta dal Centro Studi Tagliacarne sarebbero 36 mila le imprese che prevedono di imboccare per la prima volta la strada della transizione 4.0 entro il 2024. Una su quattro lo farà utilizzando le risorse del Pnrr. L’indagine è stata svolta su un campione di 4.000 imprese manifatturiere e dei servizi tra 5 e 499 addetti, rappresentativo dell’universo di 494mila mila imprese.  Già nel 2022, il 46% delle aziende che faranno la svolta prevede aumenti di fatturato (contro il 38% delle imprese che non investono nelle tecnologie abilitanti) e il 51% conta di essere più presente sui mercati esteri (contro il 31%). Big Data (31%), simulazione dei processi produttivi per ottimizzarne il funzionamento (28%), Robotica (22%): sono i campi su cui investiranno di più nel passaggio verso la quarta rivoluzione industriale. Per gestire al meglio questa transizione le imprese punteranno maggiormente sul capitale umano. In particolare, il 70% farà leva sulla formazione per acquisire nuove competenze (contro il 51% delle imprese non digitali), mentre l’87% acquisirà nuovi lavoratori ad elevata specializzazione (contro il 68% delle non digitali). Qui per approfondire. 

 

Disuguaglianza salariale: che ruolo hanno imprese e lavoratori 

Le cause delle disuguaglianze di salario possono essere imputabili alle qualità del lavoratore e dell’imprese, fattori determinanti per l’ammontare delle retribuzioni. Perché se abilità innate, capitale umano e motivazione contribuiscono a determinare la produttività dei lavoratori, anche tecnologie, strategie gestionali e potere di mercato hanno effetti sulla redditività delle imprese e quindi con potenziali ricadute sul salario. Capire le cause della disuguaglianza salariale è rilevante per l’analisi del mercato del lavoro e per il disegno di politiche del lavoro. Qui per approfondire. 

 

Rapporto CNEL: in Italia per i servizi sociali si spende lo 0,7% del pil 

Se a Bolzano per i servizi sociali si arriva a spendere 583 euro a Vibo Valentia solo 6. Nel 2019 la spesa per i servizi sociali in Italia è stata pari allo 0,42% del PIL arrivando allo 0,7% con le compartecipazioni degli utenti e del servizio sanitario nazionale (SSN). Il dato è soltanto un terzo di quanto impegnano i bilanci di altri Paesi europei, che in media impegnano circa il 2% del Pil. Le differenze territoriali sono notevoli, la regione più performante è la Sardegna con ben 4 province nelle prime 10 posizioni: Oristano (290), Cagliari (258), Sassari (254) e il Sud Sardegna (239). La peggiore è la Calabria con tutte le province nelle ultime 5 posizioni e una spesa pro-capite che non supera i 25 euro. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto “I servizi sociali territoriali: una analisi per territorio provinciale”, redatto dall’Osservatorio Nazionale sui Servizi Sociali Territoriali del CNEL realizzato in collaborazione con ISTAT. 
Le prime analisi relative al 2019 confermano un trend di spesa sociale positivo al netto delle compartecipazioni, pari a +0,48%, passando così da 7,472 mld di euro a 7,508 mld di euro (+35,9 milioni). Si tratta di un valore inferiore al tasso di inflazione. È una spesa peraltro che, pur crescente, resta analoga a quella reale di 10 anni prima. Le aree di intervento che assorbono la maggior parte della spesa sociale sono tre: famiglia e minori, disabili e anziani.  Qui per approfondire. 

 

Il Ministero dell’interno stanzia dei fondi per rafforzare i benefici del PNRR per i Comuni  

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato un decreto rendendo pubblico l’elenco delle 47 opere pubbliche sulle quali saranno convogliate le risorse del fondo finalizzato a rafforzare gli interventi del PNRR da parte dei comuni con popolazione superiore a 500mila abitanti. Questo fondo, con dotazione 665 milioni, è stato istituito in applicazione di una norma prevista dal Decreto aiuti. Torino, Milano, Genova, Roma, Napoli e Palermo saranno coinvolte nello stanziamento di risorse aggiuntive per rafforzare gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per i Comuni con popolazione superiore a 500.000 abitanti. Qui per approfondire. 

 

Partite IVA:  dall’Osservatorio i dati del secondo trimestre 2022 

Le aperture delle partite Iva crollano a 125mila. Un calo registrato del 15% rispetto al secondo trimestre del 2021. Il dato emerge dall'Osservatorio sulle Partite Iva pubblicato ieri dal Dipartimento delle Finanze. Nei mesi di aprile, maggio e giugno sono state aperte 125.392 posizioni ma questo calo, sottolineano dal Mef, non deve preoccupare. Si tratta di un calo fisiologico dopo un aumento straordinario registrato nel 2021 grazie all'allentamento delle restrizioni legate al Covid. Lo stesso trend si è notato anche per i soggetti forfettari che hanno subito una riduzione del 5,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Qui il comunicato stampa del Mef.