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Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

Data Corner è il nuovo podcast di SOSE che propone degli approfondimenti periodici relativi ai dati, analisi, studi e ricerche e report sui temi economici, fiscali e di finanza locale. Questo è il primo appuntamento dedicato all'andamento congiunturale dell'economia italiana dopo il rilascio dei dati del primo semestre 2022 da parte di Banca d'Italia e Istat. 

Testo Podcast

Buongiorno a tutti e bentrovati, io sono Gabriele Carones e questo è il primo appuntamento con “Data corner” il nostro approfondimento periodico che ci vede impegnati nel commentare un dato, uno studio, un rapporto tra quelli più importanti pubblicati in questo periodo e che hanno a che fare con i temi di cui SOSE si occupa, vale a dire economia, fisco ed enti locali. 

Questo perché i dati sono il nostro lavoro e vogliamo condividere anche all’esterno le riflessioni e gli aggiornamenti che servono per seguire i nostri temi.  

In questo appuntamento mi accompagna Giancarlo Ferrara che è un esperto di statistica e di economia e in SOSE è il Responsabile del nostro Centro Studi.  

D - Parliamo dell’andamento congiunturale dell’economia italiana, che, come Centro Studi, seguite analizzando tutti i principali indicatori e i dati disponibili di fonte attendibile. Partiamo da un quadro di scenario chiaramente dominato dall’incertezza per le ripercussioni della guerra, ecco cosa ci dicono i dati a questo proposito? 

R - Sì in generale siamo ormai passati da un mondo fino a ieri caratterizzato da una relativa prevedibilità, bassi tassi di interesse, bassa inflazione… per ritrovarci invece in un contesto caratterizzato dalla fragilità –incertezza, volatilità economica, scontri geopolitici e anche gli stessi disastri naturali sempre più frequenti e più violenti–qualsiasi paese può essere portato fuori rotta più facilmente. 

Nonostante l’incertezza creata dalla situazione bellica in Ucraina, che ha portato con sé difficoltà di approvvigionamento e incrementi dei costi energetici e alimentari, i numeri raccolti nell’ultimo Bollettino della Banca d’Italia (2022) hanno stimato che il PIL abbia continuato ad accelerare nel secondo trimestre, con un dato pari al +0,5% rispetto al periodo precedente. Le stesse stime preliminari dell’ISTAT per l’anno 2022 mostrano, per il sesto trimestre consecutivo, la persistenza di una dinamica espansiva che porta il prodotto interno lordo ad una crescita congiunturale dell’1% rispetto al trimestre precedente e del 5% in termini tendenziali. 

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, i dati ISTAT mostrano come nel secondo trimestre del 2022 il numero di occupati sia aumentato dello 0,8% rispetto al periodo precedente. Tale incremento è stato accompagnato da una diminuzione del 4,6% del numero di disoccupati e dello 0,9% della popolazione inattiva. I tassi seguono la dinamica appena descritta: +0,5 punti per il tasso di occupazione (che raggiunge il 60,2%) e -0,4 per il tasso di disoccupazione. 

D - Affrontiamo ora il tema dei prezzi al consumo e alla produzione. Leggiamo continuamente nuovi e allarmanti titoli sulla corsa dell’inflazione, ecco cosa ci dicono i dati che avete raccolto a questo proposito?  

R - Gli ultimi dati relativi al 2022 diffusi dall’ISTAT esprimono un aumento complessivo, con la sola eccezione del mese di aprile, dell’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) - esclusi i tabacchi. La dinamica di crescita si osserva anche per l’indice generale NIC dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, il cui dato è pari a 104,7 nel 2021 (Tabella 1), mentre nel 2022 la media delle mensilità disponibili è superiore a 111,1 (Tabella 2). La divisione di spesa che negli ultimi mesi ha contribuito maggiormente alla crescita dell’indice generale NIC è stata Abitazione, acqua, elettricità e combustibili 

Per quanto riguarda i prezzi alla produzione dell’industria, nel primo trimestre del 2022 continua la crescita già avviata nel 2021, la crescita del secondo trimestre appare, invece, più contenuta a causa del rallentamento del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas sul mercato interno. In entrambi i trimestri si registra una variazione in aumento superiore al 34% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente 

D - Infine, proviamo a fare qualche previsione basata sui dati disponibili. Cosa ci aspetta in futuro?  

R - Il contesto appena descritto, che prevede un rallentamento del ciclo economico dovuto alle ripercussioni, su più fronti, del conflitto in Ucraina, trova rappresentazione nell’indicatore congiunturale Ita-coin  (Figura 1): si può osservare come ad agosto si assista ad un ulteriore rallentamento rispetto al mese precedente (-0,57 contro il -0,49 di luglio), dovuto al peggioramento della fiducia delle imprese e delle famiglie che riscontrano, rispettivamente, difficoltà di approvvigionamento e deterioramento del proprio potere di acquisto. 

Il quadro prospettico della Banca d’Italia sull’evoluzione del sistema economico nazionale si basa sull’ipotesi, quantomai concreta, che lo scenario bellico in Ucraina si protragga per tutto il 2022. Le previsioni possono essere brevemente sintetizzate nei seguenti punti: 

  • il PIL del 2022 dovrebbe raggiungere il 3,2% per poi diminuire la sua crescita nel 2023 e riprendere una graduale accelerazione nel 2024;
  • i consumi, dopo il calo nella prima parte del 2022, aumenterebbero complessivamente del 2,3%. Pur frenando, a causa degli effetti dei rincari delle materie prime e dal calo della fiducia connesso al perdurare del conflitto, dovrebbero tornare su un sentiero di crescita moderata fino alla prima metà del 2023 e registrare una crescita totale nell’anno pari allo 0,5%;
  • l’occupazione dovrebbe continuare ad espandersi, con un tasso di disoccupazione che si porterebbe all’8% nel 2024 (contro il 9% del 2021);
  • l’inflazione (IPCA), dopo aver toccato il proprio picco di quasi l’8%, potrebbe dimezzarsi nel 2023 e continuare a diminuire anche nel 2024;
  • i tassi di interesse dovrebbero tendere ad un rialzo, soprattutto nel biennio 2022-2023, a fronte di una attesa normalizzazione della politica monetaria che fronteggi le spinte inflazionistiche. 

Ringraziamo Giancarlo Ferrara che è il Responsabile del nostro Centro Studi e ci diamo appuntamento al prossimo Data Corner.