Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

Le Regioni inviano un messaggio di grande significato: quello di unità. Di un’unità non isolata, ma in dialogo con il Paese, con la società, per il futuro dell’Italia

Dall’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla seconda edizione de “L’Italia delle Regioni – Festival delle Regioni e delle Province autonome” .

 

Il Dibattito delle Idee 

 

PNRR: come si comporta l’Italia nell’attuazione del Piano? 

In materia di PNRR, partendo dal Rapporto sullo stato di implementazione del dispositivo di ripresa a resilienza da poco pubblicato dalla Commissione europea gli autori dell’articolo, il prof. Leonzio Rizzo, il prof. Fabrizio Secomandi e il prof. Alberto Zanardi, propongono un’analisi che mette a confronto Italia e Spagna rispetto alla gestione dei progetti e quindi delle risorse. Il Rapporto offre elementi utili perché permette di confrontare l’Italia con altri paesi europei simili per contesto socio-economico. Quanto a Italia e Spagna, ad esempio, i due paesi sembrano aver gestito i progetti dei rispettivi Piani in maniera molto diversa. Mentre in Spagna si punta ad un incremento dei finanziamenti per espander ulteriormente gli investimenti, in Italia la gestione sembrerebbe meno ambiziosa. Se si valuta lo stato di avanzamento dei rispettivi Pnrr guardando al numero delle rate semestrali dei finanziamenti richieste all’Europa al raggiungimento dei traguardi e obiettivi prestabiliti, l’Italia è il paese che ne ha presentate di più (quattro), meglio della Spagna (tre) e della Francia (due). Tuttavia, delle quattro rate richieste finora soltanto due sono state effettivamente pagate, mentre alla Spagna sono state accreditate tutte le tre rate presentate. La differenza tra rate richieste e rate ricevute è certamente un indicatore delle criticità nel processo di attuazione del Pnrr che emergono quando la Commissione europea deve verificare se tutti i milestone e target previsti nei Piani nazionali siano stati effettivamente realizzati. Qui per un approfondimento.

 

Studi, ricerche e numeri 

 

Outlook ABI-Cerved: tornano a crescere i fallimenti in Italia 

Nel 2023 i casi di fallimento delle imprese italiane sono aumentati e dal 2,2% del 2022 arriverà al 3,1%. Le previsioni per il 2024 non sono più incoraggianti, perché le stime riportano un indice che potrà raggiungere un picco del 3,8%. È quanto emerge dallo studio di Abi-Cerved "Le chiusure d'impresa nel 2023 e gli impatti sull'economia reale" che riportano una perdita anche in posti di lavoro pari a 81mila unità. Le stime settoriali del tasso di deterioramento dei crediti alle imprese mostrano che tra il 2022 e il 2023 i nuovi crediti in default aumentano in tutti i comparti considerati. Rispetto ai vari settori, i servizi rimangono il settore con il tasso di deterioramento più alto, pari al 3,2% (era il 2,3%), seguiti dalle costruzioni (2,9% dal 2,1%). Male l’industria che passa dall’1,7% al 2,8%. L’agricoltura passa dall’1,8% al 2,8%. Industria e servizi superano i livelli pre-Covid, mentre agricoltura e costruzioni rimangono al di sotto dei valori del 2019. Qui per un approfondimento.  

UE: aumentano gli investimenti in ricerca e sviluppo 

Gli investimenti dell’UE in ricerca e sviluppo crescono del 6,9% in termini percentuali e sono arrivati a 331 miliardi di euro nel 2021. Rispetto al 2011 si è registrato un aumento del 45,0%. Esaminando l’intensità di ricerca e sviluppo i dati mostrano una leggera diminuzione dal 2,30% nel 2020 al 2,27% nel 2021. Ciò potrebbe essere spiegato dalla ripresa del PIL nel 2021 dopo il calo significativo nel 2020 causato dalla pandemia di COVID-19. La ricerca e sviluppo è un importante motore dell’innovazione e la spesa e l’intensità della ricerca e sviluppo sono due degli indicatori chiave utilizzati per monitorare le risorse destinate alla scienza e alla tecnologia in tutto il mondo. Qui per un approfondimento. 

Istat: i conti economici trimestrali  

L’Istat, attraverso la terza stima del II trimestre dell’anno, ha aggiornato i dati relativi a: prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti e domanda estera. Dai dati si evidenziano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell’1,4%, dell’1,2% e dello 0,1%. Rispetto al trimestre precedente, si registra una stazionarietà dei consumi finali nazionali e una diminuzione dell’1,7% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono risultate stazionarie, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,6%. Qui la Nota dell’Istat.  

 

La Voce degli Stakeholder  

 

L’economia italiana bloccata da prezzi e tassi alti: la congiuntura di Confindustria 

L’economia italiana si trova attualmente in una fase difficile, con segnali preoccupanti che riguardano diversi settori chiave, come i servizi e l’industria. Questo emerge dalla congiuntura flash di Confindustria che restituisce un quadro poco incoraggiante. Una delle principali preoccupazioni riguarda il Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano. Dopo la caduta nel secondo trimestre, le stime indicano che l’economia italiana rimarrà debole anche nel terzo trimestre, con prospettive non migliori per il quarto trimestre. Questo è da imputare sia al calo della produzione industriale e dell’edilizia, ma anche alla frenata che sta caratterizzando i servizi. Un altro fattore di preoccupazione è l’inflazione italiana, che è salita al 5,3% su base annua a settembre. Sebbene i prezzi core di beni e servizi mostrino un rallentamento (+3,9%), i prezzi alimentari continuano a salire (+8,6%), sebbene in parte sia dovuto alla recente flessione dei prezzi delle materie prime. I prezzi energetici al consumo crescono solo leggermente (+1,7% annuo), ma le quotazioni del gas e del petrolio sono aumentate a settembre. Qui per un approfondimento.  

 

Innovazione 

 

POLIMI: per il cloud in Italia un giro d’affari da 5,5 mld 

I servizi infrastrutturali trainano il settore con una crescita che registra un +29% in un anno. Nonostante l’andamento dell’inflazione la spesa delle grandi imprese e l’allocazione delle risorse su progetti strategici in questo ambito non sono diminuiti. Significativi gli investimenti nei data center. È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud Transformation, giunto alla sua tredicesima edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Proseguendo il trendi di crescita con gli anni precedenti, è la componente Public Cloud & Hybrid Cloud a registrare la dinamica di crescita più significativa, con una spesa di 3,729 miliardi di euro e una crescita del +24% sul 2022. Tra le altre componenti della spesa complessiva cloud, il Virtual & Hosted Private Cloud, cioè i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, raggiunge 1,034 miliardi di euro (+9%) mentre la Data Center Automation, ossia la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, cresce del +10% per un totale di 748 milioni di euro.  Qui per approfondire.

 

Enti locali 

 

Istat e censimento permanente nelle Regioni: pubblicata la nuova dashboard  

La dashboard si aggiunge alle altre piattaforme già disponibili per gli approfondimenti di contenuto del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. Con questa nuova dashboard si ha la possibilità di visualizzare graficamente una parte dei dati utilizzati per i focus regionali che riportano il dettaglio territoriale dei risultati del Censimento permanente della popolazione. La dashboard, grazie ad una ricca offerta di grafici, cartogrammi, tabelle, permette all’utente di selezionare e confrontare uno o più tra una serie di importanti indicatori di carattere demografico per regione, provincia e comune (piramide delle età, cittadinanza, livello di istruzione, ecc.), personalizzando e perfezionando la richiesta di informazione statistica. Qui la Nota dell’Istat e qui la dashboard. 

 

Mondo MEF 

 

Mef, a settembre il saldo del settore statale ha raggiunto i 25,2 miliardi 

Nei primi otto mesi dell'anno le entrate erariali sono aumentate, crescono sia gli introiti da imposte dirette (Irpef e Ires) sia da imposte indirette (Iva). Il ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che nel mese di settembre 2023 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 25.200 milioni. Nel mese di settembre 2022 si era chiuso con un fabbisogno di 17.249 milioni. Nel confronto con il corrispondente mese del 2022, il saldo risente di una riduzione degli incassi, che a settembre dello scorso anno aveva registrato il versamento di circa 4.800 milioni per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G. Qui il Comunicato stampa del MEF e qui il Rapporto mensile pubblicato dalla Ragioneria Generale dello Stato.