Avviso

Dal 1° gennaio 2024 diventa operativa l'incorporazione di SOSE in Sogei, come previsto dalla legge n.112 del 2023 che ha disposto la fusione della società.

A tal fine tutte le comunicazioni Sose si trovano sul sito Sogei www.sogei.it

 

 

PNRR: le misure più complesse da attuare   

L’articolo selezionato da La Voce.info analizza la complessità di attuazione delle misure comprese nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Gli autori partono dalla trasmissione al Parlamento della Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, avvenuta lo scorso 7 giugno. Nella Relazione, dalla quale si possono ricavare tre ipotesi di rimodulazione del Piano, vi sono elencate le misure che più altre stanno incontrando delle difficoltà. Si tratta di un documento assai articolato che rappresenta un importante passo in avanti in tema di trasparenza nel monitoraggio del Piano. “Le misure/submisure del Pnrr indicate con profili di criticità sono ben 118 su 285. Tuttavia, sono specificamente identificate soltanto le 51 misure su cui emergerebbero le problematiche più severe – quelle che evidenziano debolezze in almeno due delle quattro dimensioni rilevate. Valgono ben 80 miliardi, cioè il 42% dei 191,5 miliardi complessivi del Pnrr”. Qui per un approfondimento.   

L’Agenda per il futuro e le 10 azioni che le imprese possono intraprendere per ridurre le disuguaglianze  

Emergenza climatica e rischi legati alle iniquità sembrerebbero strettamente connesse stando al Rapporto della Business commission to tackle inequality, una coalizione intersettoriale e multilaterale di organizzazioni e dei loro leader con la missione di mobilitare il settore privato per affrontare la disuguaglianza e generare prosperità condivisa per tutti. Le disuguaglianze provocano un’erosione della fiducia nei sistemi politici ed economici, alimentano disordini civili, limitano la crescita economica e mettono in discussione la capacità collettiva di affrontare sfide globali complesse. Il documento, che fornisce un’analisi sul ruolo del settore privato nell'affrontare le disuguaglianze e le ragioni per cui le imprese devono agire con urgenza, riconosce la natura strutturale del problema e la minaccia che rappresenta per la nostra società ed economia. Sul sito di AsVis per un approfondimento. 

Istat: le prospettive future dell’economia 

“Il Pil italiano è atteso in crescita sia nel 2023 (+1,2%) sia nel 2024 (+1,1%), seppur in rallentamento rispetto al 2022”. Così l’Istat nel Comunicato stampa divulgato in occasione delle stime relative al biennio di previsione 2023-2024, in cui l’aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (+1,0% nel 2023 e +0,9% nel 2024) e da quello più contenuto della domanda estera netta (+0,3% e +0,2%). Anche per i consumi delle famiglie ci si attende un aumento nel 2023 dello 0,5% che si rafforzerà l’anno successivo (+1,1%), grazie all’ulteriore riduzione dell’inflazione associata a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro. Qui la Nota dell’Istat. 

Banca d’Italia: la Relazione annuale 2022 e le considerazioni finali del Governatore Visco  

Il 31 maggio il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco presenta le Considerazioni finali in occasione della pubblicazione della Relazione annuale sul 2022. Per il Governatore occorre rafforzare il dialogo e ridurre le disparità e compiere sforzo congiunto per contenere l’inflazione. Le Considerazioni hanno tracciato un quadro di sfide molto importanti, a partire dall'inflazione, ma anche di riforme da attuare, di squilibri da colmare, conti pubblici da tenere sotto controllo, di incertezze (specie per l'andamento del conflitto in Ucraina) che richiedono prudenza, ma in un quadro dell'economia incoraggiante: "A fronte degli shock di intensità inusitata degli ultimi anni, l'economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e reazione" ha detto Visco, parlando di una crescita dell'1% per il 2023. Resta l’inflazione (anche questa in calo, a maggio in netta discesa da aprile) la sfida principale. I prezzi torneranno sotto controllo al 2%, non prima del 2025: prima di allora resta alta la vigilanza monetaria, ma tutti devono concorrere al processo di rientro dei prezzi. Qui per accedere ai contenuti della Banca d’Italia.   

Eurostat: il 22% della popolazione europea a rischio povertà o esclusione sociale   

Nel 2022, 95,3 milioni di persone nell'UE vivevano in famiglie che subivano almeno uno dei tre rischi di povertà e di esclusione sociale. Il dato è rimasto relativamente stabile rispetto al 2021 (95,4 milioni, il 22% della popolazione). Le quote di persone a rischio di povertà o esclusione sociale variavano nei paesi dell'UE nel 2022. I valori più elevati sono stati segnalati in Romania (34%), Bulgaria (32%), Grecia e Spagna (entrambi 26%). D'altra parte, le quote più basse sono state registrate in Cechia (12%), Slovenia (13%) e Polonia (16%). Qui un approfondimento sul sito di Eurostat. 

Confcommercio: la congiuntura del secondo trimestre 2023 

Il secondo trimestre del 2023 evidenzia le conseguenze di alcune criticità che stanno interessando le grandi economie europee, compresi i livelli di inflazione che, nonostante si attesti su valori vicini agli obiettivi di politica monetaria, stanno portando una minore dinamicità della nostra economia. Rallenta progressivamente l’attività industriale ed emergere un’evoluzione meno favorevole della domanda per consumi. Rallenta il recupero delle presenze turistiche, sia di italiani sia di stranieri (-2% circa rispetto al 2019 nei primi quattro mesi del 2023). In questo contesto solo il mercato del lavoro continua a mostrare elementi di vivacità con un incremento degli occupati ad aprile su marzo pari a 48mila unità (+390 mila nel confronto annuo). Qui per approfondire.   

Confcooperative: l’economia cresce ma aumentano le disuguaglianze  

Il Pil cresce oltre le aspettative, ma crescono anche le disugualianze. Le famiglie in povertà assoluta sono 1,9 milioni, mentre nel 2005 il dato era fermo a 800mila nel 2005. I lavoratori poveri che ricevono una retribuzione annuale uguale o inferiore ai 6mila euro sono 3,8 milioni. È la fotografia che viene presentata all’Assemblea annuale di Confcooperative dal titolo “Abbiamo cura del Paese”. Una delle conseguenze di questa situazione di difficoltà è che il 12% di italiani ha scelto di non curarsi lo scorso anno per mancanza di disponibilità economica, pur avendone bisogno. Un’altra conseguenza è la povertà educativa: sono 500mila i giovani, più di 11 giovani su 100, che nella fascia 18-24 anni abbandonano i percorsi di formazione senza aver conseguito un titolo di studio. Qui per approfondire. 

Digital economy: in aumento il rischio evasione   

Molti degli operatori attenzionati dalla Guardia di Finanza da gennaio 2022 a maggio 2023 sono operativi sulle piattaforme online. Secondo i dati della GdF sono in aumento gli italiani che sfruttano l’e-commerce per generare redditi non dichiarati. Dall’1 gennaio 2022 al 31 maggio 2023, infatti, la Guardia di finanza ha individuato 8.924 evasori totali, esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti al fisco, molti dei quali operanti attraverso piattaforme di commercio elettronico. Qui per un approfondimento. 

Osservatori.net: l’export digitale di beni di consumo segna un +20,3%  

L’export digitale italiano dei beni di consumo nel 2022 ha raggiunto il valore di 18,7 miliardi, in crescita del 20,3% rispetto al 2021. In uno scenario di grande incertezza, le esportazioni italiane hanno ripreso a crescere in termini di valore, mostrando un trend positivo che continua parzialmente anche nei primi mesi del 2023. I settori più importanti Fashion (10,1 miliardi, 54%), Food & Beverage (2,6 miliardi) e Arredamento (1,2 miliardi). Sul fronte del commercio tra aziende, invece, l’export digitale B2B ha raggiunto nel 2022 il valore di 175 miliardi di euro, in crescita del +20% rispetto ai 146 miliardi del 2021, pari a circa il 28% del totale dell’export italiano. I settori che incidono di più sono l’Automotive (38 miliardi di euro, 22% del totale), il Fashion (26 miliardo di euro, 15% del totale) e la Meccanica (17,8 miliardi di euro, 10% del totale), ma le crescite maggiori si riscontrano nel Farmaceutico (+47%), nell’Elettronica di consumo (+21%) e nel Fashion (+20%). Sul sito di Osservatori.net per un approfondimento. 

Indicatori Agenda 2030: l’Italia migliora in tema di parità di genere  

I nuovi dati dell’Istat sugli indicatori dell’Agenda 2030 restituiscono una fotografia incoraggiante: nell’ultimo anno l’andamento delle misure è variegato: il 42,6% è in miglioramento, il 24,6% è stazionario e il 32,8% fa riscontrare un peggioramento. Positive, in particolare, le misure per il Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi” e il Goal 5 “Parità di genere”. I progressi nell’ambito della parità di genere sono dovuti in particolare alla crescita della rappresentanza femminile nelle amministrazioni regionali, nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e negli organi decisionali. Qui e qui per approfondire.  

Gender gap: un articolo dell’Università di Padova mette in fila alcuni fattori tipici della disparità  

Parlando di gender gap i numeri non sempre riescono ad essere esaustivi al fine di avere chiara una situazione ormai anacronistica ma che produce i suoi effetti negativi. Cos’è il gender gap? È la disuguaglianza che intercorre tra la situazione, in questo caso lavorativa, maschile e quella femminile. L’articolo selezionato inziai la sua analisi dai dati Eurostat, che indicano come nel 2021 la percentuale di donne nell’unione europea fosse del 51%, per un totale di 229 milioni di persone. Lo Stato membro con la percentuale maggiore è la Lettonia (54%) quello con la percentuale più negativa invece è Malta (48%). Analizzando il gender pay gap, cioè la differenza tra gli stipendi maschili e femminili si riscontra che questa differenza negli anni sta calando ma lo sta facendo troppo lentamente. Negli ultimi dieci anni infatti il gap si è ridotto di soli 2,8 punti percentuali, arrivando ad assestarsi mediamente al 13% nel 2020.  Le cause di queste disparità sono diverse: il lavoro part-time e le scelte professionali delle donne sono spesso influenzate dalle responsabilità familiari, in cui si calcola che nel 2018 un terzo delle donne occupate nell'UE ha avuto un'interruzione del lavoro per motivi di assistenza all'infanzia, rispetto all'1,3% degli uomini e la questione del lavoro a basso reddito e della grande disparità in termini numerici tra i sessi nelle posizioni manageriali. Qui per approfondire.   

Istat: pubblicati i bilanci consuntivi dei comuni   

Le elaborazioni dell’Istat sono state eseguite partendo dati finanziari relativi all’esercizio 2021 contenuti nei certificati del conto di bilancio che i comuni hanno trasmesso al Ministero dell’economia e delle finanze. Per l’esercizio finanziario 2021 i dati disponibili per le stime provvisorie dei comuni riguardano 7.666 amministrazioni. In materia di finanza locale tali dati garantiscono un’informazione puntuale e tempestiva sui conti consuntivi delle amministrazioni consentendo la conoscenza e la valutazione dei flussi finanziari tra i diversi livelli di governo. Qui la Nota dell’Istat.   

Il Dipartimento delle Finanze pubblica il rapporto sul contenzioso tributario gennaio-marzo 2023   

Nel primo trimestre del 2023 si registra un incremento dei nuovi ricorsi nel primo grado di giudizio rispetto lo stesso periodo del 2022. Nel secondo grado, gli appelli registrano una leggera diminuzione, restando sostanzialmente ai livelli dell’anno precedente (-2%).  
Nel confronto annuale si rileva che le definizioni diminuiscono in entrambi i gradi di giudizio (-3,6% in primo grado e -7,8% nel secondo grado). Si registra inoltre un consolidamento per l’utilizzo delle funzionalità per la redazione digitale delle sentenze, che si attesta all’88% dei provvedimenti depositati, con il tempo medio per il deposito pari a 49,6 giorni. Qui la Nota del Dipartimento delle Finanze.  

MEF: nel primo quadrimestre le entrate tributarie sono cresciute del 3,3%  

Nei primi quattro mesi dell’anno le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 150.907 milioni di euro (+4.809 milioni in aumento del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo riferisce una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze di ieri. In particolare, nei mesi di gennaio-aprile le imposte dirette hanno registrato un aumento di gettito di 2.462 milioni (+3,1%), mentre le imposte indirette hanno avuto un incremento di 2.347 milioni (+3,5%). Qui il Comunicato stampa del MEF.